Le divisioni tra molti commissari Ue, che replicano le riserve dei rispettivi governi nazionali, hanno convinto la Commissione europea a rinviare a fine anno la proposta tecnica di riforma del Patto di stabilità e crescita. A Bruxelles il vicepresidente di centrodestra della Commissione, il lettone Valdis Dombrovskis, e il commissario per gli Affari economici di centrosinistra, Paolo Gentiloni, si sono così limitati a lanciare insieme una discussione sul controllo Ue dei bilanci nazionali per verificare se è possibile un compromesso tra i due fronti opposti nel livello decisionale dei governi. Francia, Italia e altri Paesi del Sud ad alto debito, in sintonia con Gentiloni, chiedono più flessibilità di spesa per investire nel rilancio della crescita. Germania, Olanda e altri Paesi nordici, in sintonia con Dombrovskis, continuano a dare priorità al rispetto delle regole Ue sui conti pubblici. Gentiloni ha detto che con la bassa crescita «abbiamo anche bisogno di consentire maggiormente politiche di bilancio anti-cicliche» perché quelle «della Bce, che hanno salvato la moneta unica, non possono essere le uniche ad affrontare la situazione». Dombrovskis ha frenato: «Le nostre regole di bilancio condivise sono essenziali per la stabilità delle economie e della zona euro» perché «assicurare la stabilità finanziaria è una precondizione per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro».
Gentiloni ha ipotizzato una linea di compromesso ricordando che «la stabilità resta un obiettivo chiave, ma c’è un bisogno egualmente pressante di sostenere la crescita e in particolare di mobilitare gli immensi investimenti necessari per contrastare i cambiamenti climatici». La Germania ha annunciato imponenti investimenti verdi in contemporanea con l’analoga proposta della Commissione guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen. Potrebbe così accettare più flessibilità ai Paesi del Sud per la spesa per l’ambiente.
«Sicuramente servono investimenti pubblici per la transizione verde in tutti gli Stati membri», ha rimarcato Gentiloni, riferendosi all’Italia e agli altri Paesi ad alto debito. Difficile appare però far passare la richiesta italiana di scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit. Gentiloni ha ipotizzato che il controllo dei conti pubblici possa «concentrarsi più sugli errori più rilevanti, rispetto ai famosi decimali» dei richiami della Commissione. Dombrovskis ha aperto a una semplificazione delle regole di bilancio «oggi percepite come troppo complesse e difficili da comunicare». Ma modifiche sostanziali restano difficili. L’Olanda, tramite l’Ambasciata all’Ue, ha subito frenato il lancio del dibattito sollecitando che «l’obiettivo principale del Patto di stabilità rimanga mantenere finanze pubbliche sostenibili» e che si conceda «meno flessibilità» ai Paesi con alto debito.