L’Organizzazione mondiale della Sanità proclama la pandemia da Covid-19. Lo ha annunciato ieri da Ginevra il suo presidente, Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Nelle ultime due settimane — ha spiegato — il numero dei paesi fuori dalla Cina colpiti dal coronavirus è triplicato, ora siamo a oltre 118mila casi in 114 nazioni nelle quali hanno perso la vita 4.291 persone». Il capo dell’Oms si è detto «profondamente preoccupato dalla diffusione e gravità del virus e dai livelli allarmanti di inazione». Un riferimento ai tanti paesi, anche in Europa, che non stanno prendendo misure decise. Quanto all’Italia, invece, «le sue azioni aggressive sono incoraggianti, speriamo abbiamo effetti nei prossimi giorni».
Una lode a un Paese ormai trincea, la prima grande democrazia occidentale a combattere il Covid-19 e quella per ora messa maggiormente alla prova. Tanto che ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un messaggio di tre minuti e trentaquattro secondi nel quale si è espressa anche nella nostra lingua ha affermato: «In questo momento in Europa siamo tutti italiani». La tedesca si è rivolta direttamente ai cittadini: «Voglio dirvi che non siete soli, il vostro esempio è prezioso per tutti gli europei. Stiamo seguendo con preoccupazione ma anche con profondo rispetto e ammirazione quello che state facendo. L’Europa soffre con l’Italia».
Se la proclamazione della pandemia per l’Oms non cambia nulla in termini di misure necessarie, così come per l’Italia, la Commissione è impegnata ad aiutare il Paese, anche scontrandosi anche con l’egoismo di alcuni governi. «Faremo il possibile per sostenervi», ha detto von der Leyen che ieri ha parlato in videoconferenza con il premier Conte promettendo «aiuto». Dal punto di vista economico con la flessibilità sui conti per sostenere l’economia e 3,5-4 miliardi che arriveranno a breve dai primi 7,5 miliardi del nuovo Fondo contro il coronavirus la cui dotazione totale sarà di 25 miliardi. Ma Roma potrebbe ricevere altri aiuti visto che l’Europa lavora per applicare al Covid-19 il Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali. Anche la Bei si prepara ad aiutare le imprese, mentre la Commissione aprirà agli aiuti di Stato per settori economici o aziende in crisi.
Dal punto di vista delle misure pratiche, come dichiarare zone rosse, e sanitarie il tema è più complesso, visto che sono di competenza nazionale. La Commissione è pronta a bacchettare la chiusura all’export di mascherine decisa da Francia e Germania e proverà ad acquistare direttamente protezioni personali e respiratori da distribuire agli stati più in crisi. Infine Bruxelles pressa i governi per evitare la sospensione di Schengen, come fatto ieri dall’Austria. Ma ha poteri limitati.