“Musica maestro. E che le danze possano iniziare…”. Ma non sempre la musica vuol dire movimento del corpo, o meglio, non sempre diventa esteriorità. La musica prima di tutto è un sussulto dello spirito. La musica classica ha, tra i tanti generi, questa grande capacità. Non perché sia fatta di note diverse da altre composizioni. Il motivo è legato al tempo. Al tempo trascorso. Al tempo che ha avuto la capacità di distinguere il vacuo dall’eterno fornendo a quel pentagramma un nuovo tempo: infinito.
Il metronomo segna il movimento esterno e le note si interiorizzano, se ne hanno la capacità. Il tempo le seleziona. A quel punto il tempo separa i suoni. Ciò che rimane è solo ciò che si può distillare. Arturo Benedetti Michelageli (ABM) è stato uno dei più grandi pianisti di tutte le epoche. A lui Roberto Cotroneo dedica una biografia inusuale: “Il demone della perfezione”. ABM è stato un uomo dei secoli passati: romantico, discontinuo, personaggio ante litteram, introverso e al tempo stesso pronto a slanci umani non prevedibili. Interprete della perfezione, cercatore del limite.
Roberto Cotroneo scrive i capitoli come fossero delle formelle che via via compongono la porta per entrare nella vastità di ABM. Cosciente di quanto sia impossibile raccontare la vita di un simile personaggio, non descrive fatti o aneddoti ma cerca di farsi “uno” con il maestro. Ne esce un libro dove si capisce che i limiti sono suoni che compongono una vita virtuosa. “Il demone della perfezione” è un ritratto di come una passione possa diventare un lavoro, e un lavoro possa diventare una passione che travolge tutto.
La ricerca della perfezione in ABM è prima di tutto adesione: una necessita’ intima per esprimere il talento. Un obbligo morale, una forzatura spontanea. In fondo la musica è una delle arti più sublimi perché ha la capacità di distaccarci dal suolo e separare il corpo dallo spirito lasciando a terra la minuteria, le frattaglie. Solo cosi vola il pensiero spinto dal suono. Adamo di Fulda (monaco e compositore) ha scritto: “Musica est meditatio mortis continua”.