In piazza con le bandiere Sì Tav, con il tricolore o la bandiera europea.Qualcuno in centro ci è arrivato anche con il simbolo, i cinque cerchi, delle vecchie Olimpiadi invernali del 2006 e le divise indossate più di dieci anni fa dai volontari. Erano più di 30mila ieri in piazza Castello, una piazza strapiena, organizzata in una manciata di giorni grazie al tam tam sui social, alla mobilitazione di sette donne torinesi, professioniste e private cittadine, grazie all’adesione di trenta sigle e associazioni, dal mondo degli industriali alle pmi, accanto ad artigiani, commercianti, professionisti e sindacati.
«Vogliamo dire Sì agli investimenti su eventi artistici, sportivi, culturali.Vogliamo dire Sì alla Tav, alla metropolitana, a una città sicura ed efficiente, attenta alle persone nella gestione dei servizi pubblici» dice dal palco Patrizia Ghiazza, una delle organizzatrici. In realtà in piazza un palco vero e proprio non c’era, non c’è stato il tempo di montarlo, tutti hanno parlato dal tettuccio di un camion posizionato in un angolo della piazza. Due studenti hanno aperto la manifestazione, poi è toccato a Mino Giachino, tra gli animatori della mobilitazione, ex sottosegretario: «Siamo qui per dire sì al futuro e sì al lavoro». Ha ricordato gli anni delle proteste e degli scontri, «da oggi però cambia il vento – ha aggiunto – ed è a favore delle infrastrutture».
La manifestazione arriva a meno di due settimane dall’approvazione in Consiglio comunale dell’ordine del giorno contro la Torino-Lione. Prima ancora c’era stata la mancata candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2026. Il cappello No-Tav si Palazzo di Città ha di fatto messo in moto la mobilitazione. Che ha da subito avuto regole d’ingaggio chiare: in piazza nessuna bandiera di partito. «Abbiamo voluto che la manifestazione – spiega Adele Olivero, tra le organizzatrici – mantenesse il carattere di mobilitazione della società civile». E così è stato. Anche se la politica si è mossa: a sostegno della manifestazione il Pd – i consiglieri comunali sono stati espulsi durante il voto dell’odg per aver esposto cartelli pro Tav –, Forza Italia, che farà una sua manifestazione il 17 novembre, e anche la Lega, con i deputati piemontesi in piazza: «Rispettiamo gli impegni assunti con il M5S, ma ribadiamo con forza che l’opera va realizzata» hanno sottolineato. «Torino e il Piemonte vogliono la Tav e vogliono il collegamento con l’Europa, senza barriere» ha commentato Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte. «È sbagliato contrapporre le piccole opere di manutenzione del territorio – ha aggiunto – alle grandi opere per lo sviluppo, perché tutte servono». A manifestare c’erano i singoli, molti imprenditori, tra loro Marco Gay, Giorgio Marsiaj patron della Sabelt, il piemontese Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria di Confindustria, Cristina Tumiatti, direttore commerciale di Sea Marconi, il segretario della Uilm di Torino, i segretari locali di Cisl e Uil, Cristina Di Bari della Trasmo, vicepresidente della Fondazione Cottino, Licia Mattioli, Luca Sburlati di Pattern, Agostino Sandretto Re Rebaudengo, Lele Musso di Bomboogie, Rinaldo Ocleppo. In piazza anche un gruppo di lavoratori del cantiere della Torino-Lione e 600 i titolari di piccole e medie imprese che hanno aderito all’invito dell’Api, racconta il presidente di Torino Corrado Alberti. La sindaca Chiara Appendino ha ribadito,con un post sul suo blog, la volontà di dialogare. «La mia porta è sempre aperta» scrive. «In piazza Castello sono state sollevate delle critiche, che accolgo, ma c’erano anche molte energie» sottolinea Appendino che aggiunge: «Sono pronta a discuterne già dalla prossima settimana».
Non resta in silenzio il Movimento No Tav: «In piazza – scrivono – c’è stata la manifestazione di una piccola parte di persone che difende un suo interesse particolare, parziale ed esplicito. Il nostro «NoTav» parla un linguaggio comune, non difende interessi di categoria, non cerca nuove garanzie». Confermata la mobilitazione per l’8 dicembre a cui hanno aderito i Cinque stelle piemontesi.