È il 1953 quando, a Reggio Emilia, Olmes Ognibene fonda la piccola azienda cui dà il suo nome, secondo la formula che usava in quegli anni: Officina Ognibene Olmes. All’epoca produceva trattori e piccoli macchinari agricoli. Un paio di decenni dopo, intuendo i trend di mercato, aveva già spostato il focus sui sistemi di guida idraulici, ribattezzato la società dei primi passi imprenditoriali “Ognibene Power”, abbandonato l’officina degli inizi per gli spazi più ampi e attrezzati di uno stabilimento. Era il 1977. La fabbrica costruita a Reggio, dove il gruppo ha tuttora il proprio quartier generale, era la risposta alla domanda in continua crescita. Forse neppure il fondatore, però, immaginava che il successo sarebbe andato ancora oltre. Molto oltre. Focalizzato ulteriormente il campo di attività – non più solo sviluppo e produzione di componenti per sistemi di guida idraulici: anche il design ha avuto un ruolo via via fondamentale – anno dopo anno la Ognibene si è consolidata a livello globale. Oggi è una delle nostre “multinazionali tascabili”, i suoi clienti vanno da Cnh Industrial a John Deere, da Toyota a Mahindra, le sue performance di crescita e i suoi parametri economico-finanziari ne fanno una delle aziende Champions 2020. È, insomma, uno dei “campioni” individuati da ItalyPost e da L’Economia del Corriere della Sera grazie all’analisi – arrivata ormai alla quarta edizione – di sei anni di bilanci di tutte le piccole e medie imprese made in Italy.
A guidarla, dal 1971, è Claudio Ognibene. Da presidente e amministratore delegato, ha segnato due distinte fasi di crescita. La prima è culminata nel 2003, quando la società ha raggiunto la più alta quota nel mercato globale degli attuatori di sterzo idraulici per veicoli off-highway. La seconda è scattata da lì: il punto da cui Ognibene è partito per un importante piano di espansione internazionale, avviato nel 2005, con la fondazione della Ognibene Hidrostatica Ltda, in Brasile, e portato avanti con i successivi sbarchi in India, Cina, Usa, Giappone, Germania.
Il risultato, oggi, è un gruppo che dà lavoro a oltre 1.500 persone e che, soprattutto, si “qualifica” tra i Champions 2020 con queste performance (relative ai bilanci 2019, gli unici interamente disponibili al momento dell’analisi): 128,72 milioni di fatturato, una crescita media del giro d’affari (il Cagr) pari al 4,72% nei sei anni tra il 2013 e il 2019, un margine operativo lordo (l’Ebitda) di 13,64 milioni e dunque equivalente al 10,60% dei ricavi, una posizione finanziaria netta pari a 655mila euro. Numeri che dimostrano la buona redditività e la solidità finanziaria di Ognibene, e che erano valsi alla società un rating MORE di A.
Il 2020, il difficilissimo anno del Covid, non ha interrotto il trend di crescita. Il lockdown totale e il conseguente fermo produttivo di due mesi, un anno fa, si è tradotto in un leggero calo del fatturato, sceso a 124,20 milioni, senza tuttavia che questo intaccasse la redditività. Anzi: pur se l’utile netto è stimato in discesa del 7,76% sul 2019, a 5,51 milioni, le previsioni danno un Ebitda in crescita del 15,07%, a quota 15,70 milioni, con un margine del 12,63% sui ricavi. Ancora più marcato il miglioramento sul lato finanziario: secondo le stime, la pfn si porta a -9,00 milioni, ossia una disponibilità di cassa netta per il gruppo, per un rapporto pfn/ebitda di -0,57.