Occupazione e commercio (Business); risanamento, rinnovamento, cambiamento (Innovazione); abilità risultante dalla pratica, modo in cui una cosa è fatta o accade, una forma particolare di qualcosa (Arte): scavando nel significato di Business, Innovazione e Arte si coglie il loro comune e stretto nesso con l’artigianato.
«Make in Italy», il festival di Thiene sul saper fare, è l’incontro tra la mente e la mano. Ne sono testimonianza nel Veneto le plurisecolari lavorazioni artigianali di materiali come marmo, vetro, legno, cuoio e pelli. Promossa dalla Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) la kermesse thienese porta in scena gli artigiani, protagonisti del processo creativo che partendo da un’idea sbocca nella sua trasformazione imprenditoriale.
L’immaginazione dell’artigiano trae linfa vitale da simboli e metafore che costituiscono il suo ricco bagaglio di conoscenza tacita. Nei secoli, l’ingegnosità degli artigiani ha perfino anticipato gli sviluppi della scienza e della tecnologia. Nel Settecento, agli albori della prima rivoluzione industriale, Adam Smith esaltava il ruolo primario e originale di operai e artigiani nello sviluppo di tecnologie seguite poi da rivoluzionarie scoperte scientifiche. Allora la creatività degli artigiani portò alla soluzione di annosi problemi insoluti.
A risolvere l’incognita della longitudine non fu la lettura delle stelle suggerita dai grandi astronomi di corte. Bensì l’orologio messo a punto dall’artigiano carpentiere John Harrison appassionato di meccanica degli orologi. L’astronauta Neil Armstrong, il primo uomo a posare il piede sulla Luna, nel corso di una cena alla Casa Bianca alzò il bicchiere in onore di Harrison esclamando che senza la sua creatività non sarebbe stata possibile quella missione spaziale.
Nel Veneto del secondo dopoguerra, il miracolo economico nel segno della manifattura fu opera dell’ingegnosità dei nostri artigiani costruttori di macchine. Dopo il 1945, gli artigiani molto contribuirono ad assicurare il carburante necessario per far correre l’economia italiana.
Su quelle orme, nell’età della convergenza delle scienze e dell’ibridazione di «bio», «nano» e «neuro», procedono ora i nuovi artigiani il cui estro artistico nel disegnare e produrre trova nelle stampanti a 3D lo strumento che coniuga l’intensità tecnologica con la bellezza estetica.
Mercanti della luce che vedono orizzonti così lontani da essere impercettibili alla maggioranza, gli artigiani digitali offrono a ciascuno di noi l’opportunità di evolvere da consumatore passivo allo stato attivo di artigiano produttore delle cose che consuma, create più velocemente, a costi contenuti e di alta qualità. Si potrà farlo negli spazi di lavoro condiviso (coworking) e nei laboratori equipaggiati con stampanti 3D, macchine taglio laser e altri dispositivi, dove gli artigiani sperimentano gli elementi critici di progettazione e sviluppo di prodotti e servizi digitali.
«Make in Italy» mette in vetrina l’artigiano che svolge un compito paragonabile a quello del baco da seta che poi diventerà la farfalla di un largo ceto con eccellenti capacità imprenditoriali.
*Corriere del Veneto, 8 giugno 2018