A essere pessimisti sembra di ascoltare un’anticipazione della voce della troika, che arriva quando il dettaglio dei numeri della manovra ancora non è stato definito dal governo Conte. Il presidente della commissione Ue, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, intervistato da Le Monde: «L’Italia non rispetta la parola data…per questo deve rispettare le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea». Il Fondo monetario internazionale, per bocca del suo capo dipartimento europeo, il danese Poul Thomsen: «La manovra in discussione va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fmi». Infine Mario Draghi, italianissimo presidente della Banca centrale europea, che usa molta cautela per evitare riferimenti diretti alle decisioni assunte a Roma: «Per i Paesi dell’Eurozona ad alto debito è di particolare importanza la piena adesione al Patto di stabilità».
È stato un venerdì di passione per la manovra il cui dettaglio dovrà essere comunicato Bruxelles entro lunedì 15 ottobre (con l’invio del Documento programmatico di Bilancio) e poi, entro il 20 ottobre, al Parlamento con il mastodontico disegno di legge di Bilancio. «Esamineremo il progetto italiano di bilancio 2019 tra il 15 ottobre e fine novembre, senza collera e senza parzialità. Il nostro compito non è rovesciare un governo», azzarda Juncker.
Anche la cancelliera Angela Merkel ha detto di non volere immischiarsi nei colloqui tra Roma e Bruxelles. Ma ora fonti diplomatiche europee confermano che al vertice previsto per giovedì a Bruxelles ben 5 o 6 leader di altrettanti Paesi dell’Unione sarebbero pronti a prendere la parola per ricordare all’Italia la necessità di osservare le regole dl Patto di stabilità e di essere in grado di provvedere autonomamente ad eventuali shock in caso di crisi.
Davanti a un tale volume di fuoco contro la manovra, il premier Giuseppe Conte si limita a escludere «modifiche significative». Più polemici i due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «Oggi è arrivato il fondo monetario internazionale e ha attaccato la legge di bilancio. Oramai mancano all’appello solo la Nasa….», è la replica del ministro per lo Sviluppo economico. Il responsabile del Viminale preferisce concentrasi sul presidente della commissione Ue: «Juncker? Un bel tacer non fu mai scritto. Pensi al suo paradiso fiscale in Lussemburgo e la smetta di insultare gli italiani e il loro legittimo governo». Invece il ministro dell’Economia Giovanni Tria, in missione a Bali per il meeting del Fondo monetario internazionale ha incontrato il segretario Usa, Steven Mnuchin, e il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici. Il 18 e il 19 ottobre Moscovici sarà a Roma per rivedere Tria e per cenare con alcuni uomini d’affari italiani e stranieri.