La Commissione europea, che attua il controllo tecnico sui conti pubblici nazionali, ha respinto la bozza del progetto di bilancio del governo italiano e chiesto modifiche «entro tre settimane» con una lettera in 19 punti. Il vicepresidente della Commissione europea, il lettone Valdis Dombrovskis, al termine della riunione dei commissari a Strasburgo, ha specificato che questa drastica decisione avviene «per la prima volta».
In vista della scadenza del 13 novembre sono previste trattative del governo M5S-Lega, anche con le principali capitali perché il 5 novembre è in programma a Bruxelles una riunione del livello decisionale dei ministri finanziari dell’Eurogruppo, dove si potrebbe tentare un compromesso politico. «Ci aspettiamo che il dialogo tra Bruxelles e l’Italia continui nelle prossime settimane — ha anticipato il presidente portoghese dell’Eurogruppo Mario Centeno —. Le recenti dichiarazioni a Roma sulle revisioni di spesa, che descrivono gli obiettivi di bilancio come tetti massimi e dimostrano volontà di agire se le previsioni non si materializzeranno, sono un passo nella direzione giusta».
La decisionePer ora si parte dalla presa di posizione netta della Commissione europea, preventivamente sponsorizzata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da premier di Paesi nordici (Austria, Olanda, Finlandia) nell’ultimo summit Ue. Dombrovskis l’ha giustificata sostenendo che «le chiarificazioni» ricevute dal ministro dell’Economia Giovanni Tria «non sono convincenti» per far accettare un deficit nominale nel 2019 al 2,4% del Pil, rispetto all’1,6% atteso da Bruxelles. Ha evidenziato «il mancato rispetto, particolarmente grave, della raccomandazione all’Italia del Consiglio (dei governi, ndr) del 13 luglio scorso». Il commissario Ue francese Pierre Moscovici ha criticato che «la deviazione» del deficit sia stata «chiara, netta» e perfino «da alcuni rivendicata», riferendosi ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Il rischio «populismo»L ’europopolare Dombrovskis e il socialista Moscovici hanno negato un’attitudine più negativa verso un governo considerato populista, rispetto ai tanti altri Paesi finiti in deficit eccessivo in passato (compresi la Germania e la Francia, che ha registrato disavanzi eccessivi per molti anni). A fare la differenza, si legge nella lettera all’Italia, sarebbe il maxi debito pubblico dell’Italia al 131,2% del Pil, in quanto «il secondo più alto dell’Ue», che nel 2017 significava «37 mila euro a carico di ogni cittadino italiano». L’annunciata riduzione di 4 punti al 126,7% del Pil nel 2021 non viene ritenuta sufficiente nel percorso verso il 60% del Pil. Anche perché «l’anno scorso l’Italia ha speso per il servizio del debito quanto ha speso per l’istruzione».
Il maxi debitoLa linea del governo di rilanciare la crescita con una politica di bilancio espansiva viene contestata perché «deficit di bilancio più alti e debito non comportano una crescita duratura, mentre un debito eccessivo rende l’economia più vulnerabile alle crisi». Vengono evocati i rischi sui mercati finanziari di aumento dello spread a causa di una minore affidabilità dei titoli di Stato dell’Italia. Dombrovskis ha così ipotizzato l’apertura di una procedura sanzionatoria per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Ottimistiche sono stimate le previsioni di crescita del governo italiano con accelerazione fino a 1,5% del Pil nel 2019, a 1,6% nel 2020 e moderato rallentamento a 1,4% nel 2021. Un ulteriore problema è che «l’Italia non rispetta il requisito delle regole Ue perché le previsioni macroeconomiche sottese alla bozza del progetto di bilancio 2019 non sono state approvate da un ente indipendente», cioè dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Le misure nel mirinoLa lettera mette nel mirino gli aumenti di spesa pubblica per «la possibilità di pensionarsi anticipatamente», accantonando la legge Fornero, e «l’introduzione del reddito di cittadinanza per adulti inattivi o disoccupati». Il «condono» viene considerato negativo per combattere l’evasione fiscale e destinato a produrre introiti solo «una tantum». Spunta il timore che «i risparmi della revisione della spesa siano più bassi del previsto». Moscovici ha però aperto al negoziato definendo Tria «un interlocutore legittimo e credibile» e auspicando che «sappia convincere il governo della necessità di proseguire il dialogo per fare in modo che le priorità dell’Italia, che non discutiamo, siano compatibili con le regole comuni».