A Oderzo, in provincia di Treviso, ogni giorno si progetta e si costruisce la casa del futuro. Gli ingegneri di Nice, gruppo da 368,2 milioni di euro di fatturato nel 2018, di cui il 91% generato al l’estero, 2.300 dipendenti (il 19% in Italia) la pensano così: automatica, sicura e intelligente.
I cancelli, gli allarmi e i sistemi di automazione integrati che nascono negli stabili menti della multinazionale fondata agli inizi degli anni Novanta da Lauro Buoro (ora presidente), e che oggi sono venduti in oltre cento Paesi, sono un business florido, spin to anche dall’attenzione crescente che la domotica riscuote in tutto il mondo. «Cresciamo più del mercato con un Ebit, nel 2017, di oltre 40 milioni», sottolinea l’amministratore delegato Roberto Griffa. Nel 2018 l’azienda ha portato a termine ben cinque acquisizioni: due in Italia, una in California, Brasile e Polonia, con l’obiettivo di integrare nuove tecnologie a quelle «storiche», dai cancelli automatici alle porte da garage, tende, tapparelle e sistemi di allarme ed elettronica di comando avanzati. Una strategia che prosegue anche quest’anno, come ha mostrato l’acquisizione, per otto milioni di dollari canadesi, della Micanan, azienda di Montreal che produce sistemi per l’automazione delle porte da garage, e che ha tra i suoi clienti nomi di peso come Apple, Tesla, SpaceX, la marina militare de gli Stati Uniti e la Fed. «Ci rinforziamo in Nord America, territorio strategico per lo sviluppo del gruppo — commenta Griffa —. È una società giovane e frizzante, guidata dai figli dei fondatori, e che ha una pro getto alle spalle, come piace a noi».
Se gli Stati Uniti sono un mercato su cui puntare, «stiamo lavorando per rinforzarci in Oriente, dove siamo presenti da più di dieci anni, e in Europa, in Scandinavia, per esempio», riflette Griffa. L’altra frontiera è il Sud America: qui, nelle scorse settimane, Nice ha inaugurato una nuova fabbrica nel lo stato di Mina Gerais, mentre un’altra vedrà la luce a un centinaio di chilometri da San Paolo. «È stata progettata con Porsche Consulting e con l’architetto Mario Cucinella, per rispondere ai principi di sostenibilità ambientale che sono un obiettivo anche per noi», spiega Griffa. Sarà pronta nel 2020.
«Abbiamo iniziato con la ristrutturazione in Germania, poi in Brasi le, e ora in Italia, dove a Oderzo nascerà lo stabilimento della «Nice 5.0»: qui tecnologia e sostenibilità, non solo ambientale, ma soprattutto umana, andranno a braccetto, anche grazie all’intelligenza artificiale: saremo più produttivi e sprecheremo il meno possibile», dice il ceo. Sul tavolo ci sono 20 milioni di euro. E un’altra partita: l’uscita dalla Borsa, dove l’azienda era quotata dal 2006 e che avverrà nelle prossime settimane. I mercati incerti di inizio 2019 sono la conferma che sarà un anno difficile? «Sarà volatile — ammette Griffa —. Per questo bisogna essere agili e lavorare sul medio periodo».
L’Economia 15 marzo 2019