«La Rai? Incontrerò personalmente tutti i candidati ai vertici». «Usare le risorse di Cdp per le politiche di governo? Ragioneremo con tutti i nuovi nominati, ma certamente si deve cambiare». Parola del vicepremier Matteo Salvini.
Secondo le opposizioni lottizzate le società pubbliche.
«È ridicolo, stiamo solo cercando di scegliere le persone migliori».
La Cdp deve partecipare alle politiche economiche del governo?
«Noi abbiamo chiesto i voti per cambiare quello che non si è fatto negli anni, penso a un’Italia più efficiente. E dunque penso all’Inps, alla stessa Rai».
Cosa deve cambiare nella tv pubblica?
«Nel mondo ideale deve fare un’informazione più equilibrata, non so se riusciremo, ma negli ultimi anni nei Tg ho visto delle cose che non mi sono piaciute. Per fortuna gli italiani sono più intelligenti di quanto si pensi e non si sono fatti influenzare più di tanto. Poi è opportuno valorizzare maggiormente centri di produzione e sedi regionali ».
In poche settimane il ministro dell’Economia è già diventato un antagonista?
«Nemmeno per sogno, solo per i giornali».
Lo scontro sulla Cdp non è stata un’invenzione.
«Incomprensioni, al massimo, e non in mia presenza».
È vero che non siete contenti della fusione fra Fs ed Anas e tornerete indietro?
«È vero che stiamo cercando di ragionare sulle scelte affrettate del governo Gentiloni, sia su questo dossier come su nomine e rinnovi fatte dopo il voto. Per quanto riguarda Fs e Anas credo che chi fa i treni deve fare i treni e chi si occupa di strade deve fare le strade, però ne parleremo».
Per nomine e rinnovi allude anche alla proroga dei vertici dei Servizi?
«Penso a tutto. Detto questo non è mai buona prassi occuparsi di nomine, come ha fatto Gentiloni, dopo che gli elettori si sono espressi. Educazione vorrebbe che i vertici di ogni autorità governativa si mettano a disposizione del nuovo governo».
E le nomine Rai?
«Ci sono alcuni curriculum, ma voglio incontrare le persone. Parleremo della governance con chi dovrà attuarla. Di sicuro conosco tantissime persone di spessore che sono state accantonate per motivi incredibili o per antipatie politiche».
Riforma fiscale, dove troverete i soldi? Tria dice che va fatta compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, il che equivale a non farla.
«Ci hanno eletto per cambiare, se gli italiani avessero voluto proseguire sulla linea di Monti, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni avrebbero votato in modo diverso. Cercheremo di cambiare anche alcuni numeri scelti a tavolino a Bruxelles, che molti paesi Ue ignorano bellamente».
A chi pensa?
«Francia, Spagna, Germania. Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consente di avviare la flat tax. E poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles. Conto di avere entro la fine di agosto i risultati dei gruppi di lavoro che abbiamo istituito, compreso ovviamente anche il capitolo sul reddito di cittadinanza. Di sicuro la manovra di autunno sarà diversa rispetto a quella degli ultimi anni, e daremo le prime e significative risposte sulla riduzione delle tasse».
Il Papa ha detto che occorre umanità con i migranti, si sente chiamato in causa?
«No, perché meno partenze significa meno morti: la politica è passione ma anche numeri. Dal 2014 al 2016 sono stati più di 15 mila i morti nel Mediterraneo, mentre quest’anno, ad oggi, sono 1100. Vuol dire che meno persone partono meno persone rischiano di morire, l’appello del Papa lo coniugo con azioni concrete e spendendo soldi veri in Africa: il Trust Fund è poco ed è arrivato in ritardo, ma la via è quella».
Per lei è la prima volta al governo, come ha trovato la macchina dello Stato?
«Al ministero dell’Interno assolutamente efficiente, poi ognuno dà la sua impronta. Abbiamo un comparto della sicurezza di primordine. Ho trovato dossier con decine di milioni di euro per accogliere nuove migrazioni, un bel po’ li abbiamo riconvertiti a sicurezza e rimpatri. Ho chiesto di rivedere tutti i contratti dei centri immigrati e oggi incontro anche Cantone».
Secondo una fetta del suo elettorato la stretta sui contratti a termine è un danno per le imprese.
«È un testo che ha tanti punti sacrosanti e in Parlamento potrà migliorare. Una follia introdotta da Gentiloni che mette a rischio migliaia di posti di lavoro è la tassa sulle sigarette elettroniche, cercheremo di toglierla. Si cambia anche sulla legittima difesa, finalmente il Senato inizia a discuterne».
L’Ilva rischia di chiudere?
«Credo che nessuno lo possa pensare realmente, è una potenza industriale. Condivido le parole di Di Maio che ci dovesse essere maggiore attenzione nella gara, ma l’obiettivo è che si continui a produrre».