«Se ci fosse necessità di una squadra più compatta e di una revisione del contratto io sono disponibile»: Matteo Salvini apre ufficialmente la nuova fase di governo. Il leader della Lega, ospite di Pomeriggio Cinque, ipotizza rimpasto e una nuova agenda. E lo dice chiaramente: «Con Di Maio va bene, ci siamo rivisti dopo giorni di turbolenza, ci siamo seduti al tavolo per definire le priorità per l’Italia, e lo faremo anche con il presidente Conte». Lunedì sera ci sarà il vertice, ma con tutta probabilità le priorità saranno quelle circolate nei mesi scorsi. Non a caso, Di Maio — parlando con i suoi — specifica: «Continuiamo a completare quel programma che abbiamo scritto». E sui nuovi equilibri di governo è chiaro: «Trovo giusto riconoscere l’esito del voto alle Europee proprio per ruoli come il ministro degli Affari europei e il Commissario europeo».
Questi sono i due pilastri del nuovo patto tra Lega e Movimento, anche perché il capo politico M5S sulle altre poltrone attende una mossa. «Salvini ha detto chiaramente che non chiederà nulla. Non cado nelle provocazioni dei giornali. Se la Lega chiederà ufficialmente qualcosa, noi risponderemo», commenta con l’inner circle. In realtà, l’idea di cambiare qualcosa c’è. E non è una suggestione. E il modo, con tutta probabilità, sarà la valutazione della graticola a cui saranno sottoposti sottosegretari e ministri. Un vaglio che potrebbe portare il leader a sostituire qualche ministro. In questo caso, in pole position ci sarebbe Giulia Grillo.
Per il rimpasto, insomma, ci vorrà del tempo. Ma l’incontro tra i vicepremier è servito, oltre che per decidere una linea comune di Lega e Movimento su Affari europei e Commissario europeo (nelle ultime ore circola anche il nome di Alberto Bagnai), anche per selezionare i primi temi da trattare e le prime nubi all’orizzonte da affrontare. Come il caso del processo al viceministro Massimo Garavaglia. Di Maio auspica in caso di condanna, «un passo indietro del diretto interessato», ma i 5 Stelle usano toni soft, dicono di avere «rispetto» per le scelte della Lega e di essere sicuri che il Carroccio avrà «la giusta responsabilità». Insomma, nessuno scossone in vista. Una linea che è anche il frutto del faccia a faccia, del riavvicinamento dei due leader, che ora sui temi europei provano a far asse e a smarcarsi dalle posizioni di Giuseppe Conte e Giovanni Tria. Intanto, da ambo le parti inizia il conto alla rovescia per la realizzazione delle norme più attese: dalle misure per la famiglia al salario minimo, dalla flat tax alla sicurezza, poi l’autonomia.