La prima edizione è stata nel 1963, vincitore Primo Levi con La Tregua. «Un libro che ha dato un contributo culturale alla nazione e fa capire ciò che negli anni ha rappresentato il Campiello. Un’eredità importante, un impegno in cui crediamo e che vogliamo rafforzare». Lo vive in prima persona Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello. «Dar vita a un premio letterario è stato il frutto della grande intuizione di Furio Cicogna e di Mario Valeri Manera, all’epoca presidenti di Confindustria nazionale e degli industriali del Veneto», ricorda Zoppas. «È la testimonianza dell’impegno sociale e culturale degli imprenditori, della volontà di guardare oltre ai cancelli delle fabbriche e di avere una visione ampia della crescita e dell’evoluzione del Paese, con la volontà di dare un proprio contributo».
Oggi, arrivato alla 56° edizione, il premio Campiello, «fa parte del patrimonio culturale italiano», continua Zoppas. «Un patrimonio che si indentifica in un brand e viceversa. Ed è il lavoro di noi imprenditori valorizzare i marchi che creiamo, un asset intangibile che diventa valore da incrementare». Anche perché c’è un altro elemento che il presidente della Fondazione tiene a sottolineare: «Il premio letterario Campiello non si indentifica nella serata finale in cui viene decretato il vincitore. È un evento culturale permanente e nazionale, che coinvolge tutto il territorio, giorno dopo giorno. Un percorso continuo che vede gli incontri con il pubblico degli autori dei cinque libri finalisti (quest’anno saranno quindici, ndr), l’impegno della Fondazione con le istituzioni locali e nazionali, gli appuntamenti durante l’anno per la selezione dei finalisti dei tre premi, Campiello, Campiello Giovani e Campiello Opera prima».
Impresa e cultura, quindi. L’organizzazione è già entrata nel vivo: la scorsa settimana è stata selezionata la cinquina dei finalisti della 23° edizione del Campiello Giovani, il 25 maggio si terrà la selezione dei finalisti senior, il 7 maggio in una conferenza stampa, verrà presentata l’edizione di quest’anno del premio, con tutti i dettagli. «Stiamo lavorando per avere un maggiore impatto mediatico, anche televisivo, grazie alla collaborazione di Giancarlo Leone. Tra gli obiettivi, tornare ad avere la diretta televisiva. Abbiamo creato anche un profilo Instagram per raccontare il premio tramite le immagini».
Il premio Campiello ha la caratteristica sociale e di vicinanza alle persone fin dagli esordi, primo premio ad affidare la scelta del vincitore a una giuria popolare di 300 lettori anonimi e che cambiano ogni anno. Sono questi 300 che decretano la classifica, sulla base della cinquina selezionata dai giurati. Un aspetto sottolineato in passato anche da Leonardo Mondadori, che aveva definito il Campiello «imprevedibile, non condizionabile dalle case editrici, con i lettori che premiano il libro che piace». È uno dei motivi del successo del premio «e vogliamo mantenere questa caratteristica», condivide Zoppas. La riprova si ha nelle vendite degli autori del Campiello, arrivati anche alle 200mila copie.
Integrità, trasparenza, rigore etico: sono parole su cui Zoppas insiste «determinano il valore del premio». Per sottolineare questo aspetto come presidente della giuria è stato scelto il magistrato Carlo Nordio, tra i vari incarichi anche ex procuratore aggiunto di Venezia, appassionato di letteratura e autore di libri. Le novità 2018 riguardano anche il Campiello Giovani: «investire nei giovani è fondamentale, rappresentano il nostro futuro, il loro entusiasmo e il loro impegno può garantire la continuità di quanto viene seminato oggi. Per tale motivo quest’anno abbiamo delegato il Campiello Giovani ai Giovani imprenditori del Veneto, coinvolgendo anche tutta la rete nazionale dei Giovani imprenditori, di cui è presidente Alessio Rossi. Questo fa sì che il Campiello Giovani possa beneficiare della squadra nazionale e che al contempo i Giovani possano contribuire direttamente al premio, coinvolgendo tutte le territoriali nazionali, contestualizzandolo all’interno della delega alla cultura, education e formazione».
Un Campiello, quindi, sempre di più patrimonio del Paese. Anche in virtù della collaborazione con le istituzioni, per diffondere la cultura, impegnandosi nel recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico. Oltre al patrocinio del Miur, il Campiello ha firmato una convenzione con il ministero dei Beni culturali e con i Musei civici veneziani. E in questi giorni si sta rinnovando l’accordo triennale con la Regione Veneto per creare una rete tra industria manifatturiera, patrimonio culturale e turismo. Tra i vari punti dell’accordo la digitalizzazione dell’archivio della biblioteca storica del Campiello. «Sarà un’azione ad ampio raggio che non ha come protagonista solo il Campiello ma promuove il mecenatismo d’impresa, dall’art bonus al rendere disponibili gli archivi delle aziende, i musei aziendali, in una logica di rete. Un impegno in cui Confindustria Veneto vuol fare la propria parte».