È subito svanita la sera del dì di festa giallo-verde. Poche ore dopo le celebrazioni per “reddito di cittadinanza” e “quota 100”, la Banca d’Italia ha pubblicato le sue previsioni in cui dipinge un’economia italiana in forte rallentamento. Per Via Nazionale, l’Italia avrebbe finito lo scorso anno in recessione, e nel 2019 sarebbe prevista una crescita di appena lo 0,6%. Al netto della propaganda su implausibili boom economici, è questa la realtà con cui dovranno confrontarsi Lega e Movimento 5 Stelle. Per ora lo fanno attaccando i vertici di Bankitalia.
La decelerazione italiana si inserisce in un quadro di progressivo indebolimento a livello europeo. Ma a pesare sul clima di fiducia delle nostre imprese c’è anche l’incertezza legata a una politica economica miope e confusa, che preferisce misure assistenziali invece di sostenere chi produce. Per Bankitalia la crescita degli investimenti sarà di molto inferiore all’1% per ciascuno dei prossimi tre anni – l’opposto del rilancio vagheggiato dal governo.
Cosa può fare la maggioranza per uscire dal pantano? Al momento, molto poco.
La legge di bilancio contiene clausole pro-cicliche, che congelano 2 miliardi di spesa pubblica nel caso in cui il deficit rischiasse di andare oltre il 2% di Pil. Il governo ha scelto di insistere con misure di sostegno ai consumi che secondo Bankitalia hanno effetti sulla crescita molto inferiori rispetto agli investimenti pubblici. Lo spread, anche se in calo, resta su livelli più alti che a inizio maggio, e rischia di ostacolare l’erogazione di credito a famiglie e a imprese.
Qualche buona notizia potrebbe venire dal resto dell’Europa, dove i Paesi che possono permettersi manovre espansive le stanno finalmente prendendo in considerazione. Annegret Kramp-Karrenbauer, la nuova leader dei cristiano-democratici tedeschi, ha chiesto al governo di tagliare le tasse se la frenata tedesca dovesse continuare. Ma all’orizzonte non sembra esserci un rafforzamento delle reti di protezione europee che dovrebbero aiutare i Paesi in difficoltà.
È una battaglia che il governo italiano potrebbe portare avanti con quello francese. Ma gli attacchi ripetuti da parte di Matteo Salvini e Luigi Di Maio verso Emmanuel Macron non fanno presagire nulla di buono.
Ed è impensabile che la Germania scelga oggi di appoggiare politiche di maggiore solidarietà, dopo la scelta del governo italiano di usare i suoi pochi spazi di manovra per prepensionamenti e non investimenti.
Lega e 5 Stelle dovranno dunque affrontare il rallentamento con il motore ingolfato del loro sovranismo incompiuto. Delle celebrazioni di questi mesi resterà presto solo il ricordo.
“Ecco è fuggito / il dì festivo, ed al festivo il giorno / volgar succede”.