Moody’s rinvia la bocciatura dell’Italia. Prima di rivedere le pagelle sui conti di casa nostra, come promesso il 25 maggio, l’agenzia di rating americana vuole « più chiarezza » . Vuole leggere come cambierà il Def, il Documento di economia e finanza, entro il 27 settembre. Vuole soppesare la bozza di legge di bilancio che entro il 15 ottobre Palazzo Chigi manderà a Bruxelles. Vuole insomma sapere se i conti salteranno, perché il governo abolirà la legge Fornero sulle pensioni, introdurrà la flat tax e il reddito di cittadinanza. E poi si esprimerà. Entro ottobre cioè deciderà se spedire il Belpaese ad un passo dall’inferno, con i titoli del debito quasi spazzatura. Oppure mantenerlo a galla, confermando lo striminzito voto attuale: Baa2 con outlook, lo scenario futuro, negativo.
Se Moody’s sposta dunque l’Apocalisse dal 7 settembre a fine ottobre, Fitch invece conferma l’appuntamento del 31 agosto, a borse chiuse. « Non rimanderemo il giudizio » , conferma una fonte interna. Si parte da BBB, outlook stabile: anche qui solo un gradino più su del bollino nero. Livello analogo a quello di Standard& Poor’s che lo rivedrà il 26 ottobre. Lo slittamento di Moody’s è tutto sommato una notizia positiva. Per l’Italia. E anche per l’Europa. Viene considerata così anche in via Venti Settembre. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria sembra non aver troppo gradito l’allarme lanciato due giorni fa dal Wall Street Journal sulla sostenibilità del debito pubblico italiano. E sullo « spettro della tempesta finanziaria » che può «sempre tornare». Agosto si sa è il mese della volatilità in Borsa, gli scambi sono ” sottili”, la liquidità è bassa e piccoli movimenti al ribasso aprono voragini. Basta poco, una dichiarazione improvvida o peggio una bocciatura del rating sovrano, per impennare lo spread. Ma l’invito da Roma è a giudicare l’Italia dati alla mano.
Ecco quindi che la scelta di Moody’s viene letta come una « scelta di serietà » dai vertici Mef. Sebbene i suoi giudizi assomiglino a un campanello d’allarme. L’agenzia di rating punta il dito contro i «rischi significativi» per l’Italia di deragliare dal percorso di risanamento finanziario e delle riforme strutturali. Che fine faranno, si chiedono i giudici del debito, la legge Fornero del 2011 che ha messo in sicurezza i conti previdenziali e il Jobs Act del 2015 che ha reso flessibile il mercato del lavoro? Una prima risposta c’è già: la riforma di Renzi non verrà stravolta dal decreto dignità appena varato dal governo M5S- Lega. Moody’s è convinta che la flessibilità si ridurrà un po’, ma i cambiamenti saranno «modesti». E certo non nella direzione di « aumentare i contratti stabili » . E ancora: cosa farà l’Italia per evitare l’aumento dell’Iva nel 2019, la famosa clausola di salvaguardia che vale 12,5 miliardi, ovvero lo 0,7% del Pil? «Occorre chiarezza sui piani fiscali del governo » , scrive Moody’s. « Vogliamo capire come farà a trovare le risorse per finanziare le promesse elettorali». Fin qui, sostengono gli analisti, il ministro dell’Economia si è fatto garante di una implementazione graduale del contratto di governo. La tassa piatta si tradurrà forse in una prima riduzione delle aliquote Irpef attuali. Il reddito di cittadinanza in un rafforzamento del Rei esistente. L’abolizione della Fornero in una revisione, con l’introduzione al più di una ” quota 100″. Come giudicare allora le esternazioni dei colleghi di Tria, si chiede Moody’s? A partire dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti che ieri ribadiva: « Non escludo niente » , a quanti gli chiedevano se il deficit può sfondare quota 3%, il limite europeo. Lo stesso Giorgetti il 4 agosto ripeteva: « Flat tax e reddito di cittadinanza insieme o niente». Il 12 agosto a Libero: «Entro il mese i fondi speculativi ci aggrediranno » . E solo l’altro ieri lanciava un mega piano infrastrutturale per strade e scuole sicure, al diavolo i vincoli Ue. Anche se poi Draghi farebbe bene « ad allungare il Qe » , il programma di acquisto titoli che assicura un po’ di serenità all’Italia. Tra settembre e ottobre valuteremo, dice ora Moody’s. Paese avvisato.