Prima che gli investitori leggessero quelle due righe sul Monte dei Paschicontenute nel contratto di governo scritto da Di Maio e Salvini e sentissero parlare uno dei responsabili economici della Lega, Claudio Borghi di cambiare la governance dell’istituto, la banca senese valeva in Borsa 3,6 miliardi di euro. Dopo due giorni sulle montagne russe, e un altro calo del 3,52% ieri,ne vale 3,2. Sono 400 milioni di euro andati in fumo. Vista la mala parata, gli azionisti che speravano di guadagnarci con la cessione della banca hanno preferito alzare i tacchi e andarsene subito, anche perché hanno fiutato un’aria “ nuova” intorno alla banca.
Anche ieri la caduta in Borsa è stata per gli stessi motivi: la frase del contratto gialloverde dove si dice che per Mps « lo Stato azionista deve riprovvedere alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’istituto di credito in un’ottica di servizio » . E le parole di Borghi, confermate anche ieri, esprimono la volontà di cambiare l’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, nominato da Padoan, e di non voler più vendere la banca. L’intervento ha fatto perfino intervenire il presidente della Consob, Mario Nava. Certe dichiarazioni, se proprio, vanno fatte « a mercati chiusi » e « particolare cautela è auspicabile laddove le comunicazioni o dichiarazioni provengano da chi svolge funzioni pubbliche o ha poteri decisionali».
«La ridefinizione della mission e degli obiettivi » sembrano parole vaghe, ma l’idea di banca di Cinquestelle e Lega è scritta ben chiara all’interno del contratto. Si intuisce nel capitolo “ Banca per gli investimenti” dove vengono elencati quali possano essere i compiti di una banca pubblica e di servizio. Non c’è un rimando al Monte dei Paschi, ma chi ha partecipato alla stesura del contratto assicura che presto sarà chiesto uno studio di fattibilità in questo senso. La banca dovrebbe diventare uno dei bracci operativi della Cassa Depositi e Prestiti e trasformare la sua missione in quella della Cassa stessa: dedicarsi agli investimenti e allo sviluppo delle imprese italiane. Un’apposita legge regolerà il funzionamento della banca che agirà, come già avviene per il Monte dei Paschi, con la garanzia pubblica.
La banca dovrà essere sottoposta alla supervisione di un comitato composto dal Ministero dell’Economia e dello Sviluppo economico. Per fare cosa? Sono sei i campi operativi individuati per la “ Banca degli investimenti”, alcuni dei quali potrebbero essere svolti anche dal Monte dei Paschi. Finanziare le piccole e medie imprese, rimpinguare il fondo di garanzia per le imprese e aiutare le aziende che operano nei Paesi in via di Sviluppo, non per favorire lo sviluppo di quei Paesi( la Lega inorridirebbe), ma perché quelle imprese possano posizionarsi oggi per guadagnare quote di mercato domani.
E ancora finanziare iniziative di interesse pubblico e operare nell’ambito del project finance, quella particolare attività bancaria molto usata per costruire, per esempio, le autostrade, in cui la banca presta i soldi per l’opera e viene poi ripagata con i futuri incassi dei pedaggi al casello. Da ultimo, il finanziamento all’innovazione.
Quanto siano bravi i Cinque Stelle nel gestire le banche non si sa, mentre l’abilità della Lega è nota alle cronache. Il loro unico esperimento si chiamava Credieuronord ed è finito in bancarotta. Giancarlo Giorgetti, uomo della finanza della Lega, aveva barattato il suo salvataggio con l’appoggio politico a Fazio. Come sia andata a finire è noto a tutti.