Ci sono mestieri che si trasmettono di padre in figlio. Sono manuali e richiedono un’esperienza tale che non basta la scuola. Ci vogliono passione e un maestro. Uno di questi è il lavoro dell’orafo. A metà tra l’artigiano e il designer. E chi più di altri può aver competenza in materia se non un’azienda nata nel distretto dell’oro di Vicenza, patria del gioiello d’artigianato? E proprio a Vicenza, settant’anni fa, nasceva la Bicego Giuseppe, una realtà artigiana, ma già con una visione proiettata verso il futuro. Perché essere innovativi nel 1948 non era da tutti. Bastava avere un’idea, qualche soldo da investire, e le aziende fiorivano senza troppi sforzi. Quello che faceva la differenza era la creatività. E alla Bicego ne avevano da vendere.
Così dal padre Giuseppe la passione (e l’esperienza) per l’artigianato orafo è passata al figlio Marco. «Sapevamo fare il prodotto – racconta Marco Bicego, designer e titolare dell’azienda – ora occorreva fare il salto di qualità e creare un nostro brand, il passo l’abbiamo fatto nel 2000». Perché, proprio come successe nell’Ottocento, quando le botteghe artigianali orafe si trasformarono in piccole aziende a carattere familiare, la Marco Bicego capì che non si poteva continuare a lavorare in modo tradizionale. «Nel 2010 abbiamo fatto un grande investimento per trasformare la fabbrica di Trissino in uno spazio multifunzionale, raccontiamo ai clienti la storia delle nostre creazioni attraverso un percorso all’interno della produzione, partendo dal disegno e passando dalla fusione dell’oro all’incastonatura delle pietre e alla lavorazione manuale del bulino», spiega Bicego. E proprio sul bulino si sofferma la nostra curiosità. «È l’attrezzo che serve per l’incisione – ci illustra il designer – ce ne sono di diversi tipi e dimensione, ognuno serve per un preciso disegno, un po’ come le punte del trapano, per intenderci».
Quando la passione si fonde con la capacità di fare azienda ecco che lo sviluppo economico si fa sentire. «Abbiamo chiuso il 2017 con un fatturato di circa 50 milioni, in linea con l’anno precedente, ottenuto per l’85% all’estero, e una crescita del 4% dall’inizio del 2018, con risultati molto interessanti nell’area Emea. Ma è nel mercato americano che siamo riusciti a posizionare il brand in maniera molto netta». I prossimi investimenti? In nuove boutique. Entro la fine di maggio apriranno a New York, Atene e una nuova filiale a Tokyo. E non poteva mancare un negozio a Venezia, in piazza San Marco. E se non è tutto oro quel che luccica, lo è sicuramente quello nelle vetrine Bicego.
*L’Economia, 14 maggio 2018