Maratona notturna sulla Manovra. Il consiglio dei ministri convocato in serata, per approvare il documento programmatico da inviare a Bruxelles, alle due di notte non era ancora terminato. All’esame del governo anche il decreto legge fiscale e il disegno di legge di Bilancio per il 2020. A complicare la discussione il braccio di ferro nella maggioranza sul tetto di mille euro all’uso del contante e sul carcere per gli evasori. Con il premier Conte che sposta l’attenzione sugli incentivi ai pagamenti elettronici, promettendo un «bonus Befana» da tre miliardi di euro.
Il documento programmatico era atteso a Bruxelles in nottata, mentre i provvedimenti di legge sulla Manovra dovrebbero essere approvati «salvo intese» e inviati al parlamento entro il 20 ottobre. Confermato il perimetro delle risorse, oltre 30 miliardi di euro, sia l’elenco delle misure. A partire dall’intervento da 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva. Dal decreto fiscale dovrebbero arrivare circa 6,5 miliardi. Predisporre la Manovra è stato «complesso», ripete il premier Conte, impegnato fino all’ultimo in vertici e riunioni per arrivare a una sintesi politica dei differenti obbiettivi di M5S, Pd e Italia viva, sottraendo così la Manovra a «terreno per le bandierine dei partiti». Un punto fermo è la scelta di non toccare quota 100, lasciando la possibilità di andare in pensione ai lavoratori che abbiano maturato 62 anni di età e 38 di contributi. Italia viva di Renzi puntava a eliminare la norma, voluta dalla Lega, ma alla fine ha prevalso la decisione del M5S, che ha trovato una sponda nel Pd per mantenere quota 100.
La bozza del decreto fiscale presenta alcune novità come la soglia dei pagamenti in contanti scesa da 3 mila a mille euro. Una mossa che non piace a Renzi, mentre a spingerla è stato Conte per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici in chiave anti evasione. L’impegno per recuperare i 7,2 miliardi di evasione, che concorrono a sterilizzare l’aumento dell’Iva, è testimoniato dalle lotterie degli scontrini e dagli incentivi per l’uso di bancomat e carte di credito. A fare quadrare i conti è però il «tesoretto» individuato grazie al gettito delle tasse pagate dagli autonomi e da chi ha un regime forfettario, che nel 2019 si è rivelato più alto del previsto di 1,5 miliardi. Così si è deciso di far slittare il versamento di queste imposte all’anno prossimo, un artificio, insomma, a beneficio dei saldi contabili che cresceranno di circa 3 miliardi nel 2020.
Un contesto che spinge il leader del M5S, Luigi Di Maio, a dire che «non ci saranno nuove tasse, nemmeno quelle sulle sim telefoniche». Il Pd di Zingaretti può rivendicare i 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, misura contestata da Renzi che la ritiene insufficiente. «Ci sono i pilastri del Pd, inclusa la svolta verde», dice Zingaretti. Mentre il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ribadisce:«Il quadro è definito: l’Iva non aumenterà, ci saranno più soldi in busta paga, più investimenti e un robusto pacchetto famiglia». Un pacchetto rivelatosi terreno di scontro, che dopo la mediazione nella maggioranza sta prendendo la forma di un fondo con 500 milioni per la gratuità degli asili nido per i redditi più bassi. Previsto per il 2020 anche il riordino dei vari bonus destinati a genitori e bebé. In Manovra è destinato a entrare anche lo stanziamento da 3 miliardi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Il testo del decreto legge fiscale indica inoltre lo stop agli aumenti dell’addizionale regionale Irpef per il 2020.