Il governo tiene ferme le previsioni del deficit al 2,04%, «perché più giù non si può andare» continuano a ripetere i due vicepremier, ma i risparmi sulle due misure bandiera del governo giallo-verde, il reddito di cittadinanza su cui puntano i 5 Stelle e la riforma della legge Fornero con l’introduzione di quota 100 che sta tanto a cuore della Lega, salgono a quota 4 miliardi. Due miliardi per ognuno dei due interventi. Poi, per completare le coperture in maniera più solida rispetto alle ipotesi presentate la scorsa settimana a Bruxelles, al Tesoro hanno reperito altri 3 miliardi «nelle pieghe del bilancio».
Queste conclusioni a cui è arrivato l’ennesimo vertice notturno a Palazzo Chigi, dove ieri sino a tardi sono riuniti il presidente del Consiglio Conte, i due vicepremier Di Maio e Salvini, il ministro dell’Economia Tria e quello dei Rapporti col Parlamento Fraccaro ed i due vice del Mef, Massimo Garavaglia(Lega) e Laura Castelli (M5s).
Cambia il bonus/malus
Sul tavolo anche tutta una serie di questioni che negli ultimi giorni avevano visto la maggioranza dividersi, come l’ecotassa e l’intervento sulle pensioni d’oro, misure volute dai 5 Stelle ma avversate dalla Lega. Alla fine, anche su questi punti, si è trovato un compromesso. Il bonus/malus colpirà soltanto suv e auto extra lusso, alzando di 20 punti la soglia minima di emissioni di CO2 rispetto alla norma originaria, mentre restano confermati gli incentivi sino a 6000 euro per le vetture elettriche e ibride.
Resta il taglio fino al 40% delle pensioni d’oro e col ricavato verrà rifinanziata l’«Opzione donna», misura che consente di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi. Sempre in tema di previdenza prorogata anche l’Ape social. E poi via libera alle norme sull’«end of waste» per il riciclo dei rifiuti, il pagamento debiti da parte della Pa verso le aziende e la riduzione delle tariffe Inail per 600 milioni di euro. Novità anche per il «Bonus cultura»: l’importo resta invariato a 500 euro, ma potrà essere usato solo per ebook e libri non per concerti e cinema. E novità anche per Roma, che riceverà fondi per buche e metropolitana. Infine innalzata a favore dei sindaci da 40 a 200mila euro la soglia per gli appalti diretti.
Tagli e nuovi calcoli
Dai quasi 16 miliardi conteggiati in un primo momento per finanziare reddito di cittadinanza e Quota 100, che assorbivano rispettivamente 9 e 6,7 miliardi, affinando le stime ed introducendo una serie di paletti (dalle finestre d’uscita sfalsate tra privati e pubblici al divieto di cumulo sopra i 5 mila euro per le pensioni, dalla partenza ritardata ad aprile allo scorporo del valore della casa per i sussidi a favore dei più poveri) il conto è sceso a quota 11,8 miliardi. Di questi 4,7 servono a finanziare l’uscita anticipata dal lavoro, mentre i restanti 7,1 vanno al reddito di cittadinanza. E ieri da Palazzo Chigi sono tornati a spiegare che, nonostante questa limatura, quest’ultimo intervento non verrà per nulla snaturato: tant’è che resta confermata sia la platea dei potenziali beneficiari (5 milioni di persone), sia il contributo massimo di 780 euro. I risparmi arriveranno dallo slittamento a fine marzo di questa misura, operazione che riduce i costi a 6,75 miliardi, e da un aggiustamento statistico basato sulle esperienze passate in virtù che fa scendere del 10% il numero delle domande di sussidio rispetto alla platea degli aventi diretto e porta la spesa a quota 6,1 miliardi. Un taglio equilibrato su entrambi i fronti, insomma, con buona pace dei due alleati.