Non solo il Giro d’Italia, l’obiettivo della Manifattura Valcismon è il Giro del Mondo. Settantatré anni dopo l’idea di nonno Olindo, che nei primi mesi del dopoguerra aprì a Fonzaso, tra i monti del Bellunese, una filatura di lana, i target sono chiari: 90 milioni di euro di fatturato per il 2019, dai 69,4 milioni del 2017 e una concreta apertura verso nuove direttrici di sviluppo: l’Asia, il Nord Europa e l’ecommerce, per raggiungere tutti quei mercati periferici dove ancora non è possibile arrivare direttamente. L’America no. Perché negli Stati Uniti la Manifattura Valcismon è presente da tempo, ha addirittura un socio, Steve Smith e si tratta «solo» di continuare la diffusione.
«Ci siamo dati come obiettivo per l’anno in corso – dice l’amministratore delegato del gruppo, Alessio Cremonese – di arrivare a 18 milioni di euro di fatturato negli States. Ma l’obiettivo vero è un altro. Negli Usa siamo conosciuti solo con il marchio Castelli (che firma la maglia rosa, ndr) mentre vogliamo aprire il mercato agli altri due brand del nostro gruppo, Sportful e Karpos».
Alessio è nipote di Olindo, il fondatore del l’impresa nel 1946 e figlio di Giordano, l’uomo che trasformò una piccola azienda che era arrivata a dedicarsi alla produzione di intimo, in un player del mercato sportivo.
Giordano Cremonese, oggi 84 anni e presidente onorario del gruppo, inventò Sporful e con passione si dedicò all’abbigliamento tecnico, progressivamente abbandonando l’intimo. Oggi sono i figli a portare avanti l’azienda, oltre ad Alessio, ci sono Dario, Alberto e Giulia.
Ma non confondetevi. Nonostante la forte impronta familiare e una sede nascosta tra alcune delle montagne più belle del mondo, la Manifattura Valcismon è riuscita a non chiudersi in se stessa: nel capitale è presente Steve Smith, il socio americano, c’è una sede negli Usa (dove anche si produce) e da un mese c’è anche Equinox, il fondo di private equity che è la evidente dimostrazione di una concreta volontà di crescita che potrebbe portare, in capo a qualche anno, anche a una quotazione in Borsa. «Per ora vogliamo pensare allo sviluppo industriale — dice Alessio Cremonese — e siamo totalmente concentrati su questo. Il ciclismo, per noi, è lo sport del momento. Ha avuto uno sviluppo esponenziale. Un tempo al Giro d’Italia partecipavano atleti italiani, francesi, belgi, spagnoli e pochi altri. Oggi arrivano gli australiani e da una serie di nazioni che un tempo neppure conoscevano questo magnifico sport. Per questo vogliamo arrivare sui nuovi mercati. Soprattutto l’area del Pacifico: Cina, Corea, Giappone e Australia sono nel mirino. Guardiamo agli atleti professionisti e agli amatori, con grande interesse». Nel quartier generale di Fonzaso, dove si controlla una produzione che per la maggior parte si realizza in Europa dell’Est e negli Stati Uniti, il piano di espansione è già iniziato.
L’Economia, 15 marzo 2019