«Cosa farò da grande?». La domanda frulla nella testa di molti giovani, finita la scuola superiore. Con il diploma in tasca dove si va: lavoro, studio, esperienze all’estero? Ma soprattutto, cosa mi piace fare? Gli interrogativi sono molti, perché «sino ai 23 anni non si sa cosa fare nella vita. Dopo il diploma sono entrato in contatto con un Istituto Tecnico Superiore (Its), che mette in contatto diretto con i professionisti. È un valore aggiunto», racconta Gabriele Santacroce, un diploma da geometra e uno in disegno tecnico 3D, conseguito alla Jobs Academy, uno dei cinque Its attivi in provincia, insieme a quello in mobilità sostenibile, green economy, biotecnologie e meccatronica.
Corsi di alta specializzazione tecnologica, della durata biennale, realizzati secondo il modello organizzativo della fondazione in collaborazione con imprese, università, centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali e sistema scolastico, «forniscono un’istruzione professionalizzante integrata con il mondo del lavoro, rilasciando un titolo terziario di diploma di tecnico superiore. Sono la scuola che risponde alla domanda delle imprese.
I corsi sono progettati in funzione dei bisogni aziendali», spiega Sara Pavesi, responsabile del settore Education e Innovazione di Confindustria Bergamo, durante l’incontro sulla modernità degli Its, che al termine danno un diploma. Tra i bisogni della realtà industriale bergamasca, la ricerca di tecnici. «Per Bergamo il problema fondamentale è la quantità e la qualità della formazione tecnica — prosegue la responsabile —. Il settore manifatturiero presenta il 12,5% di occupazione ad alta tecnologia, un dato sopra la media, essendo 9,5% la percentuale lombarda, che si abbassa al 6% a livello nazionale. Questo si unisce alla bassa disoccupazione locale, attestata al 4%, il che si traduce nella mancanza di tecnici disponibili, perché già impiegati in aziende o inesistenti. Nasce quindi l’esigenza di riconvertire chi già lavora e formare giovani tecnici. La nostra sfida sarà attrarre forze da altri territori».
La formazione degli Its, con una didattica esperienziale, fatta di ore svolte in azienda e di corsi tenuti da chi è impiegato nelle imprese associate,garantisce l’occupazione dei diplomati. «Il 98% dei nostri corsisti è assunto — dice Valeria Corsini, coordinatrice dell’Its meccatronica —. Per chi esce dalla scuola la sfida è capire la propria vocazione, coltivarla perché diventi passione e professione. Le aziende devono imparare a essere attrattive e gli Its insegnare ai ragazzi a stare in un’organizzazione aziendale, a sentirsi professionisti, non più studenti».
*Corriere di Bergamo, 27 ottobre 2018