Da una parte tenta di abbassare i toni con l’alleato di governo, anche se la divisione tra M5S e Lega sul tema grandi opere resta netta, dall’altra bolla la linea ad alta velocità Torino- Lione come uno spreco. Luigi Di Maio, però, dà cifre sballate rispetto ai costi reali sostenuti dall’Italia per realizzare l’opera: «Si tratta di spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione in un Paese in cui spesso i cittadini non hanno autobus, strade e metro nelle periferie », sottolinea il vicepremier. E aggiunge: «Ci sono soldi che si spendono per fare opere e opere che si fanno per spendere soldi. Secondo me è uno spreco, va ridiscussa». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini la pensa in maniera totalmente diversa: «Tra il disfare e il fare, preferisco il fare. Se non farla costa due, tre o quattro miliardi si va avanti».
Tra i due leader non c’è ancora stato un confronto su Tap, il gasdotto trans adriatico che deve arrivare in Puglia, Pedemontana lombarda, Terzo Valico tra Piemonte e Liguria, e Tav in Val di Susa. Salvini è per il via libera, i 5 Stelle per i no, nonostante i tentativi di minimizzare le divisioni. Il ministro per il Sud Barbara Lezzi, infatti, dice che «si troverà un accordo sulla base dell’analisi costi-benefici e sul rispetto dei numeri che ne verranno fuori sia per Tav sia per Tap. I numeri sono numeri».
Ma proprio i numeri forniti da Di Maio vengono contestati. Il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, attacca: « Di Maio continua a diffondere numeri falsi. Per di più parla di Torino e Lione come se fossero due borgate». «Il costo della galleria di base – sottolinea Paolo Foietta, il commissario di governo della Tav – è di 8,6 miliardi » . Punto di partenza. Il tunnel che collega Susa con Saint Jean De Maurienne in Francia, per un totale di 57 chilometri, è il cuore dell’opera: la tratta internazionale è pagata al 65 per cento con i soldi francesi ed europei. Il che vuol dire che il costo a carico dell’Italia della galleria è di circa 2,9 miliardi. Cifre lontane dai 10 miliardi indicati da Di Maio. Fino ad oggi sono già stati realizzati 24 chilometri di tunnel di accesso e 4 chilometri di galleria di base. Per i No Tav non si tiene conto dell’inflazione, cosa che farebbe lievitare ancora i costi, fino a 9,6 miliardi. Ragionamento che per Foietta non ha senso: «Se si calcola il tasso di inflazione, oggi la Torino- Lione costerebbe circa 200 milioni in meno rispetto alle cifre preventivate e certificate». Ma se anche si prendesse per buona la spesa di 9,6 miliardi per il tunnel di base, applicando il rincaro di un’inflazione che non c’è stata, il costo a carico dell’Italia sarebbe di 3,4 miliardi circa. Facendo i pignoli e inserendo a budget anche l’investimento per costruire la tratta nazionale della linea, quella che va da Torino a Susa, si dovrebbero aggiungere 1,7 miliardi. Comunque molto meno di 10 miliardi.
Domani, intanto, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani sarà in Val di Susa e in Francia per una visita ai cantiere: «La Tav è un’opera moderna e competitiva ». Un modo per far da sponda alla Lega e cercare di allargare il solco che divide il Carroccio da M5S. Ma Salvini in tarda serata dice: «Il confronto” sulla Tav non farà cadere il governo». Pure il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, abbassa i toni: «L’unica grande opera inserita nel contratto di governo è la Tav. Vogliamo fare le opere giuste. Prima le opere cadevano dall’alto perché portavano vantaggi a tutta la politica, d’ora in poi dovranno interessare la gente che deciderà con i referendum».
Il deputato del Pd Davide Gariglio, intanto, chiede al ministro di «non fare il reticente» e di dire i nomi degli esperti che fanno parte della task force per realizzare il dossier costi-benefici. Quattro su cinque sono vicini all’area No-Tav. L’ex docente del Politecnico di Milano Marco Guido Ponti, il collega Paolo Beria, il professore Francesco Ramella del Poli di Torino, il professionista Alberto Dufruca e Pierluigi Coppola, unico non di area No-Tav. Ponti respinge le accuse: «Sono balle, io guardo i numeri. E, se i numeri diranno che la Tav va fatta, anche io dirò che va fatta. Se Chiamparino farà una sua analisi, meglio. Ci sarà dibattito». Ponti aggiunge di non preferire le autostrade alle ferrovie, come sostengono i suoi detrattori: «Falsità, Autostrade mi ha chiesto danni per 20 milioni per un dossier che avevo fatto. Altro che amico della gomma».