Era già accaduto col decreto dignità. Scaricare su oscure “manine” atti e omissioni dei 5S al governo. Solo che stavolta, a differenza dell’altra, la Lega e il suo leader Salvini non sembrano intenzionati a coprire Luigi Di Maio. Che, per tirarsi fuori dai guai, a sera denuncia in tv la « manipolazione del decreto fiscale », annunciando un esposto in Procura. Scatenando l’ira degli alleati: « Noi siamo persone serie, non trucchiamo i testi di legge » . Istantanea dell’ennesimo scontro nella maggioranza.
Da due giorni il vicepremier grillino era finito sul banco degli imputati:accusato dal popolo dei social e dai suoi stessi parlamentari di essersi arreso al Carroccio. Costringendolo sulla difensiva: «Con la pace fiscale usiamo gli istituti esistenti e aiutiamo le persone in difficoltà » , aveva minimizzato Di Maio martedì, alla riunione congiunta dei gruppi. Ma quando ieri pomeriggio è spuntato lo scudo per una serie di reati finanziari – compreso il riciclaggio – i mal di pancia sono virati in rivolta. Le chat iniziano a ribollire, il nervosismo schizza alle stelle. « I condoni non erano nel programma 5S » , non si tiene la senatrice Fattori: « Va bene che quando governi devi scendere a compromessi, ma mi pare stiamo scendendo un po’ troppo e su tutti i fronti » . In scia la collega Nugnes: « Aspettiamo la bozza finale, ma premiare chi ha avuto comportamenti illeciti è ingiusto per chi ha sempre rispettato le regole».
È lì che Di Maio si spaventa e tenta la mossa del cavallo. « Nel testo arrivato al Quirinale c’è lo scudo fiscale per i capitali all’estero e la non punibilità per chi evade», spiega alle otto di sera negli studi di Porta a Porta. « Noi non scudiamo capitali di corrotti e mafiosi. Non era questo il testo uscito dal Cdm», accusa. « Io questo testo non lo firmo e non andrà al Parlamento » . E siccome però un colpevole dovrà pur esserci, magari quel Giorgetti sottosegretario leghista col quale è lotta continua, il vicepremier grillino si fa cauto: «Escludo responsabilità politiche perché mi fido delle persone con cui siamo al governo » , dove tuttavia « stanno avvenendo cose strane, tanti giochini, abbiamo il più alto numero di nemici ». Gli stessi che hanno evidentemente cancellato dalla legge di Bilancio il miliardo e mezzo destinato ai truffati delle banche: sparito dal testo trasmesso alla Ue, nonostante la smentita dei sottosegretari Bitonci e Villarosa.
Eppure risulta chiaro a tutti che qualcosa non quadri nella ricostruzione di Di Maio. Il Quirinale fa subito sapere di non aver ricevuto alcunché. Palazzo Chigi deve correre a metterci una toppa: « Il premier Conte ha bloccato l’invio » . Mentre le opposizioni ironizzano: « È un decreto a sua insaputa » . La migliore è della Carfagna: «Di Maio è imprigionato in un episodio della Famiglia Addams: è perseguitato dalla Mano. La vede ovunque».