Con un discorso di 45 minuti davanti ai facilitatori Luigi Di Maio ha rassegnato le dimissioni da capo del Movimento 5 Stelle. Di Maio non sarà nemmeno capo delegazione dentro il governo. Probabilmente verrà sostituito da Stefano Patuanelli. La decisione è stata applaudita come gesto politico nobile sia dentro il governo che da parte del Pd. Ma anche dentro lo stesso Movimento: «Rispetto la decisione di Luigi e voglio quindi dire grazie pubblicamente per tutto quello che ha fatto fino ad oggi per il Movimento e per il suo impegno profuso con il cuore», ha scritto in un post Davide Casaleggio. «Non mi permetto di interferire», ma «mi dispiace» anche «perché si è avviato un processo politico che tiene. In ogni caso anche per M5S è arrivato il momento delle scelte», ha commentato Nicola Zingaretti, segretario del Pd. Ovviamente la decisione è una sorta di terremoto sia per il Movimento sia per il governo, che dovrà trovare interlocutori ed equilibri diversi.
Di Maio è stato particolarmente affettuoso con il capo del governo Giuseppe Conte, «tra le persone incredibili che ho incontrato lungo questo percorso, c’e’ il presidente del Consiglio, a cui non bisogna insegnare nulla. Un cittadino che non aveva mai fatto politica in vita sua. La nostra più alta espressione del concetto che “i cittadini possono fare politica e si fanno Stato”. Su alcune cose in questi anni non siamo stati sempre d’accordo — ha concluso il ministro degli Affari esteri —. Ma non posso che riconoscergli una capacità politica e una onestà intellettuale rara. Sono particolarmente orgoglioso della scelta che abbiamo fatto». Un grazie anche per il capo dello Stato, «per il lavoro incessante che ha fatto e che ha consentito al Movimento di far parte di due governi».
Il passo indietro di Di Maio «non avrà nessun impatto sul governo e sull’azione di governo del Movimento», tranquillizza la platea Vito Crimi, nuovo «reggente» del M5S. «Grazie Luigi»: Alessandro Di Battista si limita a queste parole, evitando qualsiasi altro commento e ringraziando il ministro degli Esteri per il lavoro svolto alla guida del movimento. Caustico Matteo Salvini: «Non do colpe a Di Maio ma al signor Grillo che per conservare le poltrone si è messo con il Pd: poi gli elettori del Movimento gliela stanno facendo pagare e lo vedremo già domenica».