«Gilet gialli, non mollate!». In un messaggio postato su Facebook, il leader 5 Stelle Luigi Di Maio si schiera con i militanti che manifestano contro il presidente Macron e propone un aiuto logistico per una costruzione politica del movimento. Poco dopo, arriva anche il tweet dell’alleato leghista Matteo Salvini: «Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo ma assoluta, ferma e totale condanna di ogni violenza». Si apre così un nuovo fronte con il governo di Parigi dopo i vari scontri degli ultimi mesi, dall’immigrazione alla Tav. Immediata la replica. « La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro » è il secco commento via Twitter della ministra per gli Affari europei Nathalie Loiseau. L’ingerenza negli affari interni francesi da parte dei due vicepremier è qualcosa di abbastanza inedito nelle relazioni tra i due Paesi, tanto più che la maggioranza pentastellata ha dimostrato in passato di non gradire commenti da parte di altri governi europei.
In vista delle elezioni europee, l’onda di protesta che scuote la Francia è al centro di una concorrenza per appropriarsi del movimento non solo Oltralpe. Di Maio punta a un futuro politico delle casacche gialle. È di ieri l’annuncio di un nuovo partito, “Les Emergents”, lanciato da Jacline Mouraud, portavoce dei “Gilets jaunes libres”, l’ala cosiddetta moderata. Obiettivo della futura formazione è una vasta riforma fiscale e il «ritorno del sociale » nell’agenda politica. L’esito di questo nuovo partito è quantomai incerto, come quello di convergenze con altre forze in Europa. La pasionaria delle casacche gialle aveva commentato con Repubblica qualche settimana fa: « Il movimento 5 Stelle? Non li conosco, mi dicono che siano di estrema destra » . Altri rappresentanti dei Gilet Gialli hanno promesso di presentare liste in vista del voto delle europee. Secondo i primi sondaggi, le varie ipotesi di candidature potrebbero sottrarre voti all’estrema sinistra di Jean- Luc Mélenchon e al Rassemblement National di Marine Le Pen. La scommessa di Di Maio in chiave europea è quindi appoggiare una novità politica francese che provocherebbe un danno diretto all’alleata storica di Salvini.
«Il Movimento 5 Stelle – assicura Di Maio – è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno » . Quindi l’offerta di mettere a disposizione dei Gilet Gialli alcuni strumenti della piattaforma Rousseau. L’endorsement arriva qualche ora dopo la manifestazione di sabato in cui si sono registrati diversi episodi violenti nella capitale, dall’attacco di un pugile contro dei gendarmi, diventato rapidamente un ” eroe” del movimento, all’irruzione con ruspa nel ministero del portavoce del governo. La contestazione sta diventando sempre più radicale. Si registrano episodi inquietanti come le foto di un gruppo di militanti che ha fatto un gesto antisemita sulla scalinata del Sacro Cuore o le decine di messaggi minatori recapitati ai parlamentari della maggioranza. La deputata Aurore Bergé ha postato su Twitter una delle tante lettere in cui viene minacciata di stupri e sevizie. Mentre ieri si celebrava l’anniversario dell’attentato di Charlie Hebdo, è scoppiato un nuovo caso di minacce di morte per un disegnatore. Questa volta gli autori non sono fondamentalisti islamici ma alcuni gilet gialli. Nel mirino c’è il disegnatore Alex, colpevole di aver firmato la caricatura di uno dei leader del movimento, il camionista Eric Drouet.
Una deriva che Salvini ha sottolineato nel suo cauto sostegno ma che non sembra invece preoccupare Di Maio. « Come voi – commenta il vicepremier rivolgendosi ai Gilet Gialli – anche noi condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico ». Tra i fedeli di Macron l’irritazione è palpabile. « Sono dichiarazioni che s’inseriscono nella competizione tra Di Maio e Salvini per accreditarsi come rappresentanti del popolo nella coalizione. I 5 Stelle, vampirizzati dalla Lega, cercano di riprendere la mano » dice a Repubblica il dirigente di En Marche, Pieyre Alexandre Anglade. Che poi aggiunge: « Quel che mi stupisce è che un responsabile politico dica una frase come ‘ Non mollate! » dopo le gravi violenze in piazza, contro gli eletti e le istituzioni della Repubblica francese”.