A 48 ore dalla tragedia di Genova l’esecutivo gialloverde prima con Matteo Salvini frena sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Poco dopo, però, con Luigi Di Maio ribadisce la necessità di tirare dritto senza fare sconti. In sostanza sembrano divergere i due partiti della maggioranza: la Lega infatti cerca di smussare la minaccia di divorzio con la società della famiglia Benetton, mentre il M5S non intende cedere e vuole stracciare il contratto di concessione.
È poco prima di cena che si consuma la divaricazione all’interno dell’esecutivo. Dalla festa di Pontida della Lega il vicepremier Matteo Salvini corregge il tiro e assicura che «di concessioni, penali e cavilli parleremo dalla settimana prossima in avanti». Parole che seguono quelle del sottosegretario leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi che la mette così: «Se Autostrade per l’Italia metterà in breve tempo a disposizione risorse per gli sfollati, per i familiari delle vittime e ricostruirà il ponte Morandi senza aspettare le indagini, noi decideremo se rescindere o meno il contratto di concessione».
Nel corso della giornata per un attimo i grillini sembrano cambiare rotta. In un passaggio di un post sul blog delle Stelle si segue un ragionamento che prefigurerebbe un raddrizzamento di tiro: «Bene ha fatto il ministro delle Infrastrutture a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concessione». E quel «qualora ce ne siano le condizioni» sembra essere lontano dalle parole di Danilo Toninelli e di Luigi Di Maio. E quest’ultimo, ospite ad In Onda su La7, sconfessa qualsiasi tipo di frenata e avverte: «La posizione del governo è che chi non vuole revocare le concessioni ad Autostrade deve passare dal mio cadavere. C’è una volontà politica chiara e anche Salvini è d’accordo». Aggiungendo poi che sarà Autostrade a ricostruire il ponte: «Questo è il minimo. Chi rompe paga e i cocci sono i suoi».
A tarda sera il ministro dell’Interno garantisce che «c’è piena sintonia nel governo» sulla revoca della concessione. Rimarcando che «in più, la Lega sta cercando — con particolare insistenza — di portare a casa aiuti concreti e immediati da Autostrade a favore di Genova».
Sullo sfondo resta il gelo tra l’esecutivo e la società che gestisce il tratto di autostrada dove è crollato il Ponte Morandi. Con una nota infatti Atlantia, società proprietaria di Autostrade per l’Italia, fa sapere che l’annuncio della revoca «è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria e in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto». E ricorda che in caso di revoca le spetterebbe «il valore residuo della concessione». La holding rivendica poi il suo operato e accoglie la richiesta del sottosegretario Rixi annunciando che «le ambulanze non pagheranno più il pedaggio sulla propria rete». Nel frattempo il ministero delle Infrastrutture avvia un’istruttoria su Autostrade per l’Italia. E a quest’ultima chiede di far pervenire entro 15 giorni «una dettagliata relazione» con «gli adempimenti posti in essere per assicurare la funzionalità del ponte Morandi».