Il 65° governo della Repubblica, sostenuto da una maggioranza M5S-Lega, giura oggi al Quirinale alle 16. E già domani, 2 giugno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (ma a Palazzo Chigi ci sarà anche il leghista Giancarlo Giorgetti, come sottosegretario) e i 18 ministri giallo-verdi presenzieranno con il capo dello Stato alla sfilata militare prevista per la Festa della Repubblica. Ieri sera, all’88° giorno della crisi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è affacciato nella loggia alla Vetrata per rappresentare quanta fatica ci sia voluta per arrivare a questo risultato: «Si è concluso un complesso itinerario con la formazione del governo…».
Nel governo di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini, che saranno i «vice» del professor Conte con due ministeri pesanti (Lavoro e Sviluppo economico, il primo; Interno, il secondo), c’è anche il professore anti-euro Paolo Savona che però (dopo il gran rifiuto del capo dello Stato di domenica scorsa) slitta dall’Economia agli Affari europei. In via XX Settembre va un altro professore: Giovanni Tria, preside di Economia a Tor Vergata. A tutti i suoi ministri, e al Paese, Conte ha già inviato il suo primo messaggio: «Lavoreremo con determinazione per realizzare gli obiettivi del contratto di governo».
Sul fronte parlamentare, la partita del governo inizierà lunedì con il voto di fiducia al Senato, dove la maggioranza M5S-Lega ha solo 6 seggi di margine; poi l’esecutivo passerà alla Camera dove il vantaggio è di 31 seggi. Fratelli d’Italia si asterrà, voteranno contro Partito democratico, Forza Italia e LeU.
Sul fronte internazionale, l’amministrazione Trump, tramite il dipartimento di Stato, ha fatto sapere che gli «Usa sono pronti a collaborare con il nuovo governo, perché da decenni l’Italia è un alleato Nato affidabile», mentre il New York Times già scrive che «al governo vanno i populisti che si oppongono all’Euro».
La formazione del governo Conte è arrivata al termine di una giornata carica di colpi di scena dopo che, alla Camera, ha atteso a lungo il premier incaricato Carlo Cottarelli pronto con il suo governo tecnico. «Cottarelli ha dato una lezione di stile», ha detto il premier uscente Paolo Gentiloni. E Sergio Mattarella ha voluto riconoscere lo sforzo per la «serietà e l’attaccamento alle istituzioni» dimostrato da Cottarelli. Chi invece nel governo è entrato sembra sbalordito: «Non avrei mai pensato di diventare ministro», ha detto Matteo Salvini.