Radici locali e prospettive globali. Più di uno slogan, è questa l’anima – e la strategia di business – della bergamasca Lvf, tra i maggiori produttori mondiali di valvole per olio, gas, chimica, petrolchimica, generazione di energia e industrie marine. I clienti? Ad esempio le sette sorelle: da Exxon a Shell. All’inizio la specialità era «solo» la petrolchimica, ma la capacità di ampliare la gamma produttiva «è stata una carta vincente – spiega Claudio Piccinini, 42 anni, in azienda da undici e oggi direttore generale –. Negli anni in cui il mercato accelera, vanno bene le valvole a sfera, utilizzate per i nuovi investimenti, nelle altre fasi, invece, lavoriamo di più con quelle da raffineria, per la manutenzione».
Se il giro d’affari, al 98% fatto di export, dalla Norvegia al Sudafrica, dal Giappone al Sudamerica, con gli Stati Uniti mercato forte, i quattro stabilimenti produttivi rimangono in Italia: «In loco abbiamo distributori e agenti», spiega Piccinini. L’azienda di San Paolo d’Argon fattura in media ottantacento milioni di euro. «L’anno scorso c’è stata una contrazione, per il 2018 e il 19 prevediamo una crescita del 10-30% rispettivamente», aggiunge il manager che, nello spirito aziendale, non ama tanto le previsioni quanto i fatti. Per esempio quelli che hanno portato alla Lvf di oggi, 200 dipendenti e pari indotto, e che raccontano di una storia iniziata 34 anni fa, quando Gianluigi Belotti, oggi presidente della società e Cavaliere della Repubblica, fonda la sua impresa. «Lvf è sempre un’azienda familiare, con un fedele team di management e un ricambio generazionale in corso, con i figli del presidente, Pierpaolo e Lorenzo (di 43 e 23 anni,ndr)».
Dalle origini all’attenzione per il territorio: Lvf, con alcuni competitor, ha dato vita, a Bergamo, a una fiera internazionale, la Ivs (Industrial Valve Summit, ora prevista nel 2019). «Siamo poi attivi con l’alternanza scuola-lavoro e con vari stage». Con un 5% investito in ricerca e sviluppo, un magazzino da 20 milioni di euro, una buona capitalizzazione, Lvf non ha paura delle multinazionali. Né della Cina. «Sì, in passato qualche problema ce l’ha dato, ma ci siamo difesi. Come? Flessibilità, rapidità, offerta sono le nostre peculiarità. Per essere leader globali, anche di una nicchia, servono tutte e tre».