L’Università di Trento, tra i promotori della Green Week, nel corso del Festival della Green Economy curerà una serie di convegni su diversi temi legati alla sostenibilità, dalle città resilienti alle sfide per le destinazioni alpine all’architettura sostenibile. Scopri il programma su www.greenweekfestival.it/programma/
L’Università di Trento, così come gli altri atenei italiani, è un luogo dove nascono buone pratiche, si diffondono velocemente stili di vita e di consumo più rispettosi e si fa ricerca su come limitare gli effetti negativi dell’impatto umano sull’ambiente. Questo avviene perché, al pari di molte altre istituzioni culturali e organizzazioni economiche, anche le università hanno il compito di guardare avanti. Devono provare con coraggio e visione a spingere le scelte di tutti oltre l’orizzonte di comfort verso traguardi più ambiziosi, partendo dal rispetto dei valori alla base della nostra società: tra questi il progresso della conoscenza, la ricerca del benessere collettivo, ma anche il rispetto per gli altri, la tutela dell’ambiente, la gestione intelligente del nostro pianeta e delle risorse che ci sono state date in prestito.
Del resto: a chi tocca il compito di suggerire nuove vie se non a chi fa ricerca, a chi per mestiere e per passione studia il presente e immagina il futuro? Non si tratta solo di fare al meglio il proprio dovere ogni giorno ma di tendere sempre a migliorare noi stessi, il nostro rapporto con gli altri e con il mondo che ci circonda, prestando fede a quei valori. Conciliare la volontà di crescere, la ricerca della sostenibilità e il rispetto delle risorse pubbliche è però un compito molto impegnativo per le istituzioni. Le regole imposte nelle procedure per le forniture pubbliche, per esempio, impediscono di riconoscere un modo sicuro e trasparente per conciliare il risparmio di risorse pubbliche con la tutela dell’ambiente: pensiamo a quanto sia difficile premiare chi valorizza le fonti rinnovabili nella fornitura di energia o riduce le emissioni nella produzione di un servizio.
Eppure è urgente trovare un modo per derogare a questi paletti stringenti quando si perseguono obiettivi in linea con i nostri valori. Ce lo siamo detti quando abbiamo varato per il nostro Ateneo il nuovo piano di Green procurement: un protocollo e una serie di azioni per rendere sostenibili e green tutte le fasi di acquisizione di beni e servizi. Il contrasto agli effetti dannosi del cambiamento climatico richiede una graduale transizione da un modello tradizionale di economia lineare a uno più innovativo, circolare, attento al risparmio delle risorse, alla riduzione dei rifiuti e delle emissioni inquinanti.
Come Università di Trento abbiamo voluto partecipare a questo sforzo collettivo, assegnando alla nostra comunità un obiettivo ambizioso ma possibile: azzerare l’impronta carbonica dell’Ateneo entro il 2050. Avvieremo già da quest’anno il monitoraggio di tutte le emissioni di gas serra e proseguiremo nell’installazione di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Abbiamo progettato insieme questi e altri interventi nel nuovo Piano della sostenibilità dell’Ateneo che, ormai da quattro anni, viene costruito grazie a un processo partecipativo con il personale, la componente accademica e quella studentesca. Punto di forza per questo obiettivo è il rapporto diretto e continuo che le università coltivano quotidianamente con i giovani, la parte della società naturalmente più attenta a questi temi. È grazie agli studenti se la sensibilità al rispetto dell’ambiente si è fatta strada negli atenei: piccole città e laboratori sempre più green e sostenibili in cui si testano su piccola scala i futuri piani di sviluppo per la collettività.
*Rettore dell’Università di Trento; Buone Notizie, 18 febbraio 2020