Sole o soli? Il Sole o siamo soli? Come può un amore pieno di Sole portare Eva e Andrea ad essere soli? Una storia onirica, quasi stralunata, che tocca la follia e sprofonda oltre la dimensione del percepito.
“Libro del sole” di Matteo Trevisani è un romanzo che gioca tra il pieno e il vuoto, la cecicita’ e la luce, l’abbraccio e la distanza, il dentro e il fuori. Potrebbe diventare il libro di una generazione. La mia ha avuto “Siddharta” di Hermann Hesse come luogo semantico per la ricerca di se stessi.
“Libro del sole”, in una Roma disincantata, porta i due giovani innamorati a guardare al loro futuro attraverso il passato che li circonda in ogni dove. Il salto diventa la metafora di chi non si accontenta di capire ma vuole entrare dentro al mistero. Il Sole è un centro di attrazione che brucia e restituisce l’essenza delle cose: prima allontana, poi fonde.
Trevisani compone un romanzo rarissimo da reperire sulla scena della letteratura italiana. Talmente raro da essere unico. In che modo la natura ci riempie? Dove trovare la logica del mondo? Perché il movimento da se stessi ci libera? Come ogni buon romanzo, “Libro del sole” non offre risposte, ma una storia su cui provare a immaginare risposte. Un libro per esploratori incantati, anzi, astronauti (al lettore il perché).