La Commissione europea pubblicherà oggi attese previsioni economiche, che confermeranno la debolezza dell’economia europea e soprattutto di quella italiana. Dopo un periodo di pausa, il caso Italia tornerà d’attualità nelle prossime settimane: dinanzi alla perdurante deriva dei conti pubblici, a breve l’esecutivo comunitario invierà con ogni probabilità una richiesta di chiarimenti al governo Conte per capire i motivi dell’andamento sempre negativo del debito pubblico.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, le nuove stime terranno conto della recessione che ha colpito l’Italia nel secondo semestre del 2018. In febbraio, la Commissione aveva previsto una crescita di appena lo 0,2% nel 2019. Il dato potrebbe essere rivisto al ribasso, ma senza mostrare segni negativi. La stima di deficit non dovrebbe essere lontana da quella del governo Conte, che nel Documento economico-finanziario (DEF) punta al 2,4% del Pil (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì).
All’inizio di aprile, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici aveva definito il rallentamento italiano «un’importante fattore d’incertezza» per l’intera Unione europea. «Gli accordi europei devono essere rispettati, in particolare per quanto riguarda la riduzione del deficit strutturale». In quella circostanza, l’uomo politico aveva spiegato che la situazione italiana sarebbe stata «riesaminata» sulla base delle previsioni economiche che verranno pubblicate oggi qui a Bruxelles.
Le stime odierne andranno valutate sulla base anche degli ultimi dati di Eurostat, pubblicati in aprile (si veda Il Sole 24 Ore del 24 aprile). Il debito pubblico italiano ha mostrato tra il 2017 e il 2018 un nuovo aumento, dal 131,4 al 132,2% del Prodotto interno lordo. Inevitabilmente, la Commissione europea sarà chiamata a chiedere ragguagli al governo Conte inviando una lettera, entro fine mese, propedeutica a un nuovo rapporto sul debito ex articolo 126/3 dei Trattati.
Nel suo rapporto, che potrebbe essere pubblicato a inizio giugno, l’esecutivo comunitario dovrà decidere se suggerire l’apertura di una procedura per debito eccessivo. La decisione finale spetterà poi ai paesi membri. Secondo le regole europee, può trascorrere un periodo massimo di quattro mesi tra i dati di Eurostat e la decisione del Consiglio. Sull’Italia pesa poi una possibile procedura per squilibrio macroeconomico a causa di un debito elevato e di una bassa competitività.
L’eventuale apertura di procedure è questione delicata in un momento elettorale e mentre la Commissione Juncker è a fine mandato. Molti saranno i fattori da soppesare. Per ora, l’esecutivo comunitario ha rinviato qualsiasi richiesta esplicita di finanza pubblica a dopo il voto europeo del 26 maggio. Proprio il 5 giugno, Bruxelles dovrebbe illustrare nuove raccomandazioni-paese. Potrebbe essere il momento giusto per pubblicare il rapporto sul debito ed eventualmente chiedere nuovi sforzi di finanza pubblica.
L’incerta situazione finanziaria dell’Italia giunge mentre i paesi della moneta unica stanno discutendo della creazione di un bilancio della zona euro. Alla fine di aprile, il governo olandese ha condiviso con i partner dell’unione monetaria la posizione di sette paesi, sottolineando tra le altre cose come l’uso del nuovo strumento dovrebbe essere condizionato «al rispetto dello stato di diritto così come degli obblighi del Patto di Stabilità e della procedura per squilibrio macroeconomico».