Nel 2030 quasi due miliardi di persone andranno in vacanza. Se un tempo la «villeggiatura» era limitata a una volta l’anno, oggi la precarietà, l’invecchiamento della popolazione e il benessere diffuso hanno messo da parte le lunghe ferie estive a scapito di viaggi brevi, frequenti e a basso costo.
Questa frammentazione delle pause dal lavoro ha un po’ alla volta cambiato la nostra prospettiva sul mondo, facendoci entrare in un’età di perenne erranza in cui la stanzialità in un luogo, l’appartenenza a una cultura, o lo stesso motivo del viaggio sono messi in crisi. Ci spostiamo infatti in continuazione e per motivi diversi rispetto al passato: per lavoro, per rilassarci, per vedere posti nuovi o perché non si ha di meglio da fare.
Ma per dove ci imbarcheremo tra dieci anni, e come? Che impatto avrà questo immenso e continuo via vai di persone sulle vite dei paesi più ambiti come l’Italia? Dalla sfida tecnologica alla formazione dei nuovi operatori, in questa ampia inchiesta Domenico De Masi raccoglie dati e pareri di esperti per cogliere le sfide che il paese dovrà affrontare per continuare a essere «il Belpaese», guardando al turismo per quello che è e che sarà: la più grande industria del mondo.