Se il mercato dell’auto è un termometro della salute dell’economia, i dati di ottobre delle vendite raccontano di un rallentamento, che era già stato annunciato qualche giorno fa dalle cifre relative al terzo trimestre. Le immatricolazioni nell’Unione europea a 28 più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein sono diminuite ad ottobre del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2017. Da gennaio a ottobre sono aumentate dell’1,4%, mentre in Italia sono scese del 3,2%. Le auto diesel, che rappresentato poco più di un terzo del totale delle vendite di auto nuove, hanno perso quasi dieci punti sul 2017.
A pesare sui dati di ottobre — spiega l’Associazione dei costruttori automobilistici europei — è stata l’introduzione dal primo settembre dei nuovi test Wltp sulle emissioni, che ha spinto le vendite nei mesi estivi. Tutti i Paesi europei, salvo Croazia, Grecia, Ungheria e Lituania, hanno registrato un calo delle immatricolazioni, particolarmente marcato nei cinque mercati maggiori. Germania e Italia hanno ridotto i volumi della stessa quota sul 2017: meno 7,4%. Il rallentamento dell’auto già cominciato nei mesi scorsi si è fatto sentire anche sul Pil tedesco, che per la prima volta dal 2015 ha registrato un segno meno. Nel terzo trimestre dell’anno la locomotiva d’Europa ha avuto una battuta d’arresto dello 0,2%, a causa del clima di incertezza internazionale creato dalla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, che ha coinvolto anche l’Unione europea, e per gli effetti sull’industria automobilistica dei nuovi standard globali di omologazione relativi alle emissioni dei gas di scarico e ai consumi.
Insomma, il Dieselgate sta presentando il conto. Ma anche la politica ci sta mettendo del suo, con il moltiplicarsi di divieti e limitazioni nei confronti delle auto diesel in tutta Europa. Agli inizi di ottobre il Parlamento europeo ha votato un progetto di legge che propone di fissare la riduzione delle emissioni delle nuove auto al 40% entro il 2030, con un obiettivo intermedio del 20% al 2025. Intanto Parigi, Copenaghen, Stoccolma, Oslo e Roma hanno già proibito la circolazione dei veicoli diesel dal 2025. E alcune regioni italiane prevedono la fine della circolazione degli Euro 4 dal 2020. L’effetto è che nel terzo trimestre 2018 le immatricolazioni di auto diesel in Italia sono calate del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2017 e in Germania del 16%. Non è un caso, quindi, se il governo tedesco ha adottato, giovedì scorso, un regolamento per tentare di limitare i divieti di circolazione dei vecchi veicoli diesel nei centri delle città. La classe politica tedesca sta a fianco dell’industria automobilistica, che rappresenta circa il 24% del settore manifatturiero. Il diesel rallenta e l’auto elettrica, benché in crescita, non ha ancora volumi rilevanti. Comunque le auto con alimentazioni alternative hanno raggiunto il 7,8% del mercato nel terzo trimestre, con le elettriche al 2,1%.