Mentre si aspetta il testo del decreto dignità approvato dal governo la scorsa settimana, che non è ancora stato firmato dal Presidente della Repubblica, riemergono tensioni tra la Lega e il Movimento 5 Stelle sul tema del lavoro. E non solo, perché si torna a discutere degli interventi sulle pensioni e anche sulle nomine alla Cassa Depositi e Prestiti: l’accordo che nel weekend sembrava ad un passo, sarebbe tornato in discussione. Fatto sta che ieri la lista dei candidati consiglieri per l’assemblea del 13 luglio a tarda serata non era ancora uscita dal ministro dell’Economia, a differenza di quella delle Fondazioni che sono azioniste di minoranza.
Sul decreto dignità la questione più scottante è quella dei voucher. La Lega, sollecitata anche dagli imprenditori del Nord, vorrebbe reintrodurli in agricoltura e nel settore turistico, segnati da forte stagionalità nell’occupazione, e continua a sollecitarli con insistenza. Il M5S è molto più prudente.
«Se il tema dei voucher deve essere introdotto per sfruttare di nuovo la gente, troverà un muro di cemento armato nel M5S», dice il vicepremier Luigi Di Maio. «Se vogliamo discutere della natura per cui erano nati i voucher, per specifici lavori che non sono a rischio sfruttamento, che richiedono un tipo di pagamento quotidiano — ha precisato — non siamo contrari, è nel contratto di governo. Ma deve essere chiara una cosa: noi non permetteremo nessuna forma giuridica di introduzione dei voucher che lasci aperte delle strade che poi portano allo sfruttamento dei lavoratori».
«I voucher in agricoltura, nel turismo e nei lavori stagionali servono a combattere il lavoro nero. Ma tutto è migliorabile. Lo è il decreto dignità come lo sarà il pacchetto sicurezza quando lo presenterò in Parlamento» replica il segretario della Lega, Matto Salvini. «Se il Parlamento vuol fare proposte migliorative ben venga, l’importante è non entrare nel ragionamento “o ce li fate sfruttare o noi li licenziamo”», incalza il ministro del Lavoro.
Sul tema dei voucher interviene anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, per prendere stavolta le posizioni della Lega. «I voucher possono essere uno strumento, anche perché abbiamo fatto passi avanti nella gestione» e le operazioni sono verificabili. In Italia «se si scopre l’abuso di uno strumento, si elimina lo strumento, non l’abuso», dice Boeri, che tuttavia ribadisce la sua contrarietà all’impianto del decreto dignità. «È un errore — dice — irrigidire il contratto a tempo indeterminato».
Tra i leghisti c’è più di qualche perplessità anche sul taglio delle pensioni d’oro, che Di Maio ha annunciato come disegno di legge di iniziativa parlamentare. Mossa che ha spiazzato anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intenzionato a costituire tre task force per studiare le riforme del fisco, delle pensioni e il rilancio degli investimenti pubblici.
Sui vertici di Cassa depositi e prestiti, che l’assemblea di venerdì deve rinnovare, intanto, è ancora fumata nera. Lega, M5S e il ministro Tria non avrebbero ancora sciolto tutti i nodi sulla designazione dell’amministratore delegato. In prima fila, fino a ieri, c’era Marcello Sala, 50 anni, ex vicepresidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Le Fondazioni, azioniste col 16% di Cdp, hanno già indicato i loro nomi, tra cui quello del presidente, Massimo Tononi. Entro venerdì, sciolti i nodi politici, il Tesoro presenterà una lista unica, assorbendo anche i nomi dei candidati di minoranza.