Sul decreto dignità, all’esame del Parlamento per la conversione in legge,sono in arrivo le prima due modifiche concordate tra Movimento 5 Stelle e Lega, da presentare come emendamento in commissione. La prima riguarda l’incentivo per i contratti stabili. Il meccanismo è quello illustrato nei giorni scorsi da Pasquale Tridico, consigliere esperto del ministro del Lavoro Luigi Di Maio: il contributo aggiuntivo dello 0,5% introdotto dallo stesso decreto per ogni rinnovo del contratto a termine sarà restituito alle aziende che stabilizzeranno i precari, trasformando il contratto a termine in un contratto a tempo indeterminato. Un gioco a somma zero, di fatto, utilizzabile solo dalle aziende che sposteranno i loro dipendenti verso un lavoro stabile.
Il secondo emendamento riguarda i voucher, i buoni per pagare i lavoratori a ore, di fatto cancellati un anno fa dal governo Gentiloni per aggirare il referendum promosso dalla Cgil. Saranno utilizzabili nei settori dell’agricoltura e del turismo, forse anche da parte degli enti locali. E ci sarà una semplificazioni delle procedure anche se resterà il principio della tracciabilità: non saranno acquistabili in tabaccheria, come avveniva in passato, ma solo su una piattaforma on line comunicandone preventivamente l’utilizzo. In sostanza torneranno le regole introdotte poco prima della loro abolizione di fatto.
Su altri punti ci sono ancora approfondimenti in corso. Dalla stretta sui contratti a termine, con la riduzione delle proroghe da 5 a 4 e la reintroduzione delle causali, potrebbero salvarsi i contratti già in corso. Una mossa pensata per evitare il possibile aumento dei ricorsi. Mentre potrebbe essere tolto l’obbligo di pausa tra un contratto e un altro, 20 giorni per i rapporti di lavoro superiori ai sei mesi, per il lavoro in somministrazione, i contratti che passano attraverso le agenzie per il lavoro. Altro punto da definire la norma che fa decadere dopo un anno gli accordi già firmati per la pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende del settore giochi e scommesse.
Il governo si concentra su poche modifiche possibili. Ma nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, che stanno esaminando il testo, sono stati depositati dai singoli parlamentari oltre mille emendamenti. Le votazioni cominceranno lunedì. L’arrivo del testo in Aula è slittato da martedì a giovedì, e il voto di fiducia è praticamente scontato. Sarà il primo test per la nuova maggioranza.