I russi. Più in alto di tutti.
Davanti agli americani. Alla vigilia dell’incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin, a Helsinki, i “popoli” guidati dai due presidenti, nella visione degli italiani sono proiettati in alto. Verso il futuro.
“Molto” più in alto rispetto agli spagnoli, ai tedeschi e ai francesi.
È la rappresentazione tracciata dagli Italiani, nel Mapping delle parole, realizzato (da Demos-Coop) alcuni giorni fa.
La “visione futura” si distanzia, in parte, dalla percezione delineata in base al “sentimento”. Gli spagnoli, infatti, risultano i più “simpatici”, davanti agli americani e ai russi. Tanto più, ai tedeschi. Ma soprattutto, ai francesi. I “cugini” d’oltralpe, oggi, suscitano insofferenza.
Ancor più che in passato.
Le polemiche e le vicende dell’ultimo periodo, intorno al tema dei migranti e delle migrazioni, evidentemente, hanno lasciato un segno profondo. Non solo sul piano delle relazioni politiche. Anche negli atteggiamenti. Nella percezione reciproca. (Ed è facile immaginare che, dopo la vittoria ai mondiali, il distacco si allargherà…). Non sono piaciute e non piacciono, agli italiani, le chiusure dei francesi nei confronti dell’Italia.
“Chiusure” in senso letterale, che sigillano le frontiere per bloccare ogni passaggio di immigrati.
“Chiusure” a senso unico. Perché i militari francesi, da parte loro, possono scavalcare i nostri confini per entrare nei centri di accoglienza (si fa per dire), alla “ricerca di ricercati”. Com’è avvenuto a Bardonecchia, alcuni mesi fa.
I francesi: tengono lontani gli immigrati che, naturalmente, sbarcano sulle nostre coste. A differenza degli spagnoli. Gli unici a permettere l’arrivo dell’Aquarius. Respinta dal governo, o meglio, dal ministro Salvini. Per motivi simbolici. Visto che altre imbarcazioni, cariche di disperati, hanno continuato ad approdare. Gli spagnoli. Anche per questo, ma non solo, risultano i più simpatici. Condividono, con noi, l’immagine e la fama di “ultimi della classe”. Forse “penultimi”. In Europa. (Dietro ci sono ancora i greci, per ora). Gli spagnoli: contano poco nelle vicende internazionali. Al contrario degli altri popoli considerati in questa Mappa.
I russi e gli americani anzitutto.
Ma anche i tedeschi. E i francesi.
Russi e americani sono e restano i più importanti, secondo gli italiani. Anche in prospettiva futura. Più degli stessi tedeschi.
Anche se il (la) loro premier, Angela Merkel, appare la più apprezzata fra i leader, presso gli italiani. Più di Vladimir Putin.
Che, tuttavia, è il leader del futuro. Al contrario di Donald Trump. Gli italiani lo collocano in basso a sinistra. In “poche parole”: il suo “nome” (e, quindi, “lui”) non piace. È ancorato al passato. E Trump, a sua volta, considera gli europei: “nemici”.
Accanto a Trump, incontriamo il nome di Emmanuel Macron.
Trump e Macron. Vicini, uno all’altro, nella Mappa del sentiment verso popoli e leader. I meno amati. E, al tempo stesso, i meno considerati, in prospettiva futura. Forse perché aspettative e sentimenti, pre-visioni e sensazioni: si mischiano e si sovrappongono.
Diventano auspici, evocati nella speranza che si auto-avverino…
Questi orientamenti assumono un significato specifico e, in alcuni casi, molto diverso, se valutati in base alla posizione politica e alla scelta di voto degli intervistati.
Vladimir Putin e Donald Trump, in particolare, appaiono i più apprezzati dai leghisti. I quali guardano, invece, con diffidenza soprattutto Macron. E, in misura più ridotta, Angela Merkel.
Insomma: i leghisti confermano, con enfasi, il loro distacco dalla Ue e dalle figure che ne interpretano, in maggior misura, le ragioni. In particolare, esprimono in-sofferenza verso i leader dell’asse franco-tedesco.
Al contrario, approvano, o meglio: sostengono in modo convinto, Putin e Trump. I “capi” dei popoli che “assediano” l’Europa. Russi e americani, nella Mappa delle parole (di Demos-Coop), sovrastano, non per caso, il “nome” della Ue.
La rappresentazione dei leghisti non è molto diversa da quella delineata – con toni più sfumati dagli elettori di Forza Italia. I quali dichiarano simpatia per Putin e Trump, ma si mostrano freddi, per non dire ostili, verso la Merkel. Riflesso e memoria dei rapporti difficili con Berlusconi.
Quando il Cavaliere era al governo. E dileggiava la Cancelliera. “Gelidamente” ricambiato. Ma il distacco maggiore gli elettori di Forza Italia lo manifestano verso Macron. In parte, per gli orientamenti critici manifestati dai governi francesi – senza differenze di colore politico verso Berlusconi. Puntualmente ricambiati. Anche di recente, come dimostrano le battute, non propriamente gentili, di Berlusconi a proposito della “madre” di Macron, che lo accompagna sottobraccio. Quasi come una moglie…
Gli elettori del Pd propongono, invece, una mappa semantica sostanzialmente diversa. Rivelano simpatia verso la Merkel e, in misura molto più ridotta, per Macron. Freddezza, per non dire ostilità, nei confronti di Putin e Trump. Insomma, sono “un altro popolo”… Gli elettori del M5S, infine, mostrano orientamenti trasversali. Come sempre. Tiepidi verso tutti. Ma soprattutto verso Putin. La differenza rispetto agli “alleati” appare evidente. Gli elettori di Lega e 5 Stelle ammirano capi e popoli diversi.
Ma stanno egualmente insieme.
Più per forza che per amore. Più per divisione – dagli altri – che per con-divisione. Reciproca.
Questa “Mappa delle parole” conferma un dubbio. Inquietante. Anche nel teatro europeo, Putin e Trump, quando si esibiscono, recitano le parti dei protagonisti, mentre la Ue occupa la platea. Le poltrone del pubblico.