È passato qualche mese dalla manifestazione di Bologna, quando le Sardine, nello scorso novembre, hanno fatto il loro ingresso sulla scena pubblica.
Riempiendo la piazza “come Sardine”. Appunto. Da allora, le Sardine sono divenute popolari, anzi Pop. Infatti, il loro leader, Mattia Santori, è spesso presente sui media. Nei giorni scorsi, ha aperto la nuova edizione di Amici , su Canale 5. Riprendendo, in particolare, il messaggio contro l’uso politico della “paura”. Un argomento attuale, al tempo del coronavirus. Peraltro, il primo importante raduno delle Sardine era avvenuto a poca distanza dal Paladozza di Bologna. Dove Matteo Salvini aveva riunito i suoi sostenitori. Una coincidenza voluta, perché Salvini e la sua Lega erano — e restano — il principale bersaglio polemico delle Sardine. Insofferenti verso l’insofferenza nei confronti degli stranieri, manifestata dalla Lega.
Peraltro, la mobilitazione ha contribuito alla conferma di Bonaccini al governo della Regione. Insieme al Pd. In seguito, l’iniziativa delle Sardine è proseguita in altre città. Tuttavia, la loro spinta propulsiva sembra essersi rallentata. E le piazze dove hanno manifestato sono apparse meno piene. Anzi…
Anche per questo, Mattia Santori, proprio a Pesaro, ha espresso l’intenzione di rinunciare al ruolo di “portavoce”, meglio ancora: di “volto”, del Movimento. Fin troppo presente sui media. Con il rischio di “personalizzarlo”. E, in questo modo, di contraddirne l’identità.
Un proposito, fino a ieri, non mantenuto. Forse, perché non è ancora venuto il momento.
Le Sardine, infatti, si preparano alla manifestazione nazionale, prevista fra due settimane, a Scampia. Mentre stanno avviando un percorso di “istituzionalizzazione”. Nel frattempo, le opinioni dei cittadini, nei loro confronti, sono divenute più tiepide. Il peso di quanti affermano di aver partecipato o di essere d’accordo con le manifestazioni delle Sardine, infatti, oggi è stimato intorno al 36%. (Compresi i partecipanti: 3%).
Dunque, nel complesso, 6 punti in meno rispetto allo scorso dicembre. Al contempo, è diminuito anche il peso di quanti si dicono disposti a “prendere in considerazione” una lista delle Sardine. Se si presentasse alle elezioni.
Dunque, una scelta “possibile”. Di fronte alla “presenza eventuale” delle Sardine nella competizione elettorale. Si tratta, peraltro, di un orientamento utile a rilevare una domanda insoluta, in alcuni settori sociali. E politici.
La possibilità di votare per un’eventuale lista delle Sardine, se in futuro si presentasse, risulta ampia, in particolare, fra i più giovani. Fra gli studenti, peraltro, tocca il livello massimo: 53% (quasi). Non per caso. I “giovani studenti” costituiscono il gruppo sociale più penalizzato dalle politiche dei governi, negli ultimi 10 anni (almeno). Anche per questa ragione tendono a partire per altre destinazioni. In particolare, l’Inghilterra. (Finché sarà possibile…). Alla ricerca di opportunità migliori, sul piano della formazione e dell’occupazione.
Una possibile lista delle Sardine, inoltre, interessa un’area politica precisa. Quasi il 60% degli italiani, infatti, ritiene che le Sardine siano di sinistra o di centro-sinistra. Ma, soprattutto, il 46% degli elettori del Pd si dice interessato all’offerta politica delle Sardine. Dati significativi. Che rivelano — e denunciano — i limiti di un soggetto politico sorto dall’incontro dei due storici “partiti di massa”. Che, tuttavia, si è progressivamente distaccato dalle “masse”.
Ha perduto il rapporto con il territorio, con la società. In particolare, con alcuni settori. I giovani, appunto. Ma anche gli operai.
La mobilitazione delle Sardine, dunque, offre risposta non solo alla domanda di partecipazione, diffusa. E tuttavia latente, in-espressa. Ma rammenta anche i legami perduti della sinistra e del Pd. Con il territorio. Con i lavoratori, i giovani, gli studenti.
Che un tempo formavano le fondamenta e la prospettiva, insomma: le radici, di un soggetto politico che oggi appare “sradicato”. Ha perduto l’orizzonte. E anche per questo, affonda… Tuttavia, le Sardine debbono, a loro volta, evitare la parabola intrapresa dai soggetti politici di (centro)sinistra. Che hanno (in)seguito gli avversari, per primo Berlusconi, sul loro terreno. I Media. Invece di stare fra le persone, hanno assunto il volto di “una” persona. Si sono “personalizzati”.
Protagonisti di talk politici e non solo. Successivamente, hanno intrapreso le vie digitali. Necessarie. A condizione di non allontanarsi dalla società e dal territorio. Le Sardine, se intendono contrastare le paure e la solitudine, che incombono: non debbono rinchiudersi negli schermi.
Assumere un volto (solo). Per esistere e resistere, devono mobilitarsi e mobilitare. In massa. Insieme. Come Sardine.
Altrimenti, sfidare i leader dell’audience, per Mattia Santori e i suoi colleghi, diventa una “missione impossibile”…