Nuvole all’orizzonte per le imprese italiane. Nel secondo trimestre dell’anno l’allineamento al ribasso di giudizi e valutazioni sulla situazione economica è generalizzato e riguarda la dinamica della domanda estera e dei prezzi e le condizioni per investire. Da tempo l’indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, realizzata da Bankitalia con Il Sole24Ore, non registrava una tale battuta d’arresto, ma i giudizi e le previsioni su domanda, occupazione e investimenti restano comunque prevalentemente positivi.
Il minore ottimismo, almeno in parte, è dovuto al fatto che il sondaggio è stato somministrato al consueto campione di 1043 imprese con almeno 50 addetti tra il 28 maggio e il 15 giugno, le settimane del drammatico balzo dello spread Btp-Bund a 271 punti base e la vistosa crescita dell’instabilità finanziaria. Nel difficile contesto del mese scorso il saldo tra i giudizi di miglioramento e peggioramento della situazione economica generale fotografato nell’Indagine si è deteriorato in tutti i settori (da 19,0 a – 7,6 punti percentuali nell’industria in senso stretto, da 18,1 a -13,7 nei servizi, da 7,6 a – 6,9 nelle costruzioni), e si registra soprattutto al Nord.
Le valutazioni riguardano sia il breve sia il medio termine. E sono replicate anche nei quesiti sulle condizioni operative delle aziende stesse: in questo caso il saldo fra le attese di miglioramento e quelle di peggioramento nel breve termine è divenuto negativo nei servizi (da 8,7 a -1,5), mentre la flessione nell’industria in senso stretto è stata più contenuta (da 11,4 a 6,5). È quindi salita al 34% (27,4% tre mesi prima) la quota di imprese che ritiene che nei prossimi tre mesi il tasso di attività sarà frenato principalmente dall’incertezza riconducibile a fattori economici e politici.
Tutti i risultati del sondaggio saranno pubblicati il 9 luglio sul sito della Banca d’Italia e illustrati nel Bollettino economico del 13 luglio. Rispetto a marzo le aspettative di inflazione al consumo delle imprese sono a loro volta scese di circa tre decimi di punto percentuale su tutti gli orizzonti temporali (allo 0,9% a sei mesi, 1,1 a un anno, 1,2 a due anni e 1,3 fra tre e cinque anni). A pesare in questo caso è stato il raffreddamento dei prezzi nei mesi precedenti, di cui hanno risentito le aziende dell’industria in senso stretto, e che ora sembra in parte superato. Mentre c’è una sostanziale aspettativa di stabilità sui propri prezzi di vendita.
Infine le prospettive su investimenti e occupazione. Guardando ai saldi tra aumento e diminuzione della spesa per investimenti un calo c’è (da 27,5 a 24 di marzo) ma la prospettiva resterebbe quella di un accumulo di capitale in corso d’anno nonostante le condizioni siano in peggioramento (da 6,5 a -9,5 il saldo dei giudizi). Sulle assunzioni: il saldo fra la quota di chi intende incrementare l’occupazione nel prossimo trimestre e quella di chi prevede di ridurla è diminuito al 10,6 punti percentuali (dal 14,4) per l’industria in senso stretto, stazionari i servizi (a 9,3). Sulle scelte che si faranno sui contratti, nei mesi a venire, si vedranno anche i primi effetti del “decreto dignità”.