Ci sono i nomi noti al grande pubblico, come quelli di Calzedonia e Brembo, arrivati ormai a oltre 2,5 miliardi, o come Chiesi che fattura altrettanto e fa più utili, per capirci, di Barilla. Per non parlare di Arvedi che dopo l’acquisizione di Acciai Speciali Terni raggiungerà i 7,5 miliardi di fatturato. Ma ci sono tante altre aziende che già oggi superano i 500 milioni, con marchi ai più sconosciuti, che da anni mantengono ritmi di crescita importanti e costanti garantendosi buoni margini che permettono loro di investire nella crescita riducendo i rischi di esposizione finanziaria.
Sono questi i risultati di cinque indagini realizzati dal Centro Studi ItalyPost per L’Economia del Corriere della Sera e che saranno presentate, una alla settimana, a Milano a partire dal 28 settembre fino a fine ottobre. Risultati che parlano di fatturati raddoppiati nel giro di pochi anni, con aziende che passano dai 350 a 700 milioni, o tra le più piccole, che addirittura passano da 50 a 236 milioni di fatturato tra il 2014 e il 2021 come la Bsp Pharmaceutical o da 190 a 287 milioni come nel caso di Acqua Sant’Anna. E tutte con redditività eccezionali, che viaggiano mediamente sul 10 – 20%, solide finanziariamente e pronte a investire continuamente sulla crescita.
La prima indagine riguarda le 100 Top Italian Company con fatturati oltre i 500 milioni e fino ai 2 miliardi (su bilanci 2020 e anche appartenenti a gruppi, come Brembo appunto, che già hanno superato nel 2021 abbondantemente i, 2,7 miliardi). In questa rilevazione sui bilanci degli ultimi sei anni spiccano aziende come le venete Cereal Docks che ha superato da poco il miliardo di fatturato e Stevanato Group, una società che si è recentemente quotata al NYSE, la romagnola Scm Group, leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione di una vasta gamma di materiali dal legno, alla plastica, dal vetro alla pietra fino ai metalli, la mitica Amadori, fondata nel 1969 a San Vittore di Cesena , e che è oggi è uno dei principali leader nel settore agroalimentare italiano, con una quota di mercato intorno al 30% sul totale carni avicole in Italia, Epta, il gruppo specializzato nella refrigerazione commerciale per il retail, il food e il canale horeca, Sicuritalia, che offre servizi di di sicurezza per aziende e privati, e Tesya, gruppo internazionale che riunisce 14 società leader attivi nella fornitura di soluzioni personalizzate “chiavi in mano” nei settori delle attrezzature per l’edilizia, della produzione di energia elettrica, dei veicoli industriali, del magazzinaggio e delle attrezzature logistiche, oltre a Brembo, Bracco, Technogym, Feralpi e Gi Group, tutte aziende che saranno protagoniste con i loro interventi in Sala Buzzati del Corriere della Sera a Milano mercoledì 28 settembre pomeriggio
La seconda indagine, basata sulla individuazione delle 1.000 imprese champions realizzata in primavera, ma aggiornata con i dati 2021, riguarda le 50 Top Performer di quattro settori strategici della manifattura italiana: l’alimentare, la meccanica, la chimica – farmaceutica e cosmesi e il comparto moda, tessile e abbigliamento.
Al settore alimentare sarà dedicato un appuntamento il prossimo 6 ottobre, dove interverranno i leader di aziende come la piemontese Acqua Sant’Anna, la modenese Italpizza, il produttore napoletano di farine Antimo Caputo, la novarese Igor, leader nella produzione di gorgonzola che ha chiuso il 2021 a 187 milioni contro i 124 del 2018, le trentine Cantine Lunelli che nel 2021 hanno raggiunto la soglia dei 133 milioni di fatturato contro i 58 del 2014 e un ebitda medio che supera il 20%. la piemontese Fiorentini Alimentari e la pugliese Iposea. L’incontro sarà concluso dall’intervento di Gianpiero Calzolari presidente di Granarolo, l’azienda leader in Italia nel settore lattiero – caseario.
Il 14 ottobre vedrà sfilare invece, in un incontro che sarà concluso dal presidente nazionale di Federmeccanica Federico Visentin, i leader di aziende del settore metalmeccanico come l’abruzzese Tosto che ha chiuso il 2021 quasi a 150 milioni (con un ebitda di oltre 22 milioni) rispetto ai 92 milioni di fatturato del 2014, la modenese Annovi Reverberi che ha chiuso il 2021 a 266 milioni contro i 151 del 2014, la vicentina Pietro Fiorentini che già si prepara al salto oltre i 500 milioni, obiettivo sfiorato nel 202, partendo dai 168 del 2014 triplicando così le dimensioni in soli sette esercizi, la veneziana Piovan cresciuta anche grazie ad acquisizioni fino a 287 milioni di euro, in aumento del 27,5% rispetto ai 225,18 del 2021 e i 150 del 2014e l’emiliano romagnola Aetna Group che ha chiuso il 2021 a 341 milioni contro i 97 milioni del 2014.
Ma anche il settore chimico farmaceutico, che include anche la cosmesi, vede numerosissime aziende crescere spesso a doppia cifra ogni anno. Tra quante interverranno il 21 ottobre vanno segnalati i risultati delle venete Sicit Group che è passata dai 37 milioni del 2014 agli 81 del 2021 e Labomar che dai 25 milioni di sette esercizi fa è passata lo scorso anno a 65, BkolorMakeup, Medical, Saci industrie, alla “piccola” Burke giunta a quasi 25 milioni lo scorso anno quando nel 2014 ne fatturava 12, la parmense Davines nota per il marchio Comfort Zone che è arrivata lo scorso anno a 191 milioni partendo dagli 80 milioni del 2014, e la piemontese Metlac che nel 2021 ha fatturato 268 milioni contro i 137 del 2014.
Il 28 ottobre a concludere il ciclo di presentazioni ed incontri ci saranno invece aziende che, pur penalizzate in maniera importante dalle chiusure del 2020 e 2021 durante il Covid sono cresciute comunque in maniera importante. Tra i protagonisti dell’incontro si potranno seguire le testimonianze di aziende come CMP Fratelli Campagnolo è passata dai 125 milioni del 2014 ai 192 milioni nel 2021, di Pelletteria Almax da 15 a 33, di Manteco da 43 a 77, de La Sportiva da 65 a 168, di Scarpa da 80 a 134, e infine di Bonaudo (da 28 a 54) e Guerriero da (36 a 70).
Le ricerche con tutti i dati saranno disponibili sul sito di ItalyPost non appena terminato il ciclo di incontri.