Sono imprese tra i 20 e i 120 milioni di fatturato che negli anni più bui della crisi, tra il 2010 e il 2016, anziché andare in affanno hanno cominciato a crescere a ritmi vertiginosi, produrre utili e posti di lavoro. Sono le 500 imprese che lo studio di ItalyPost, realizzato da un team composto da analisti finanziari dell’agenzia di rating ModeFinance e da esperti in corporate finance di Special Affairs, classifica come champions.
Uno studio che permette di guardare in faccia una a una imprese nella stragrande maggioranza dei casi sconosciute, leggerne la crescita media degli ultimi sei anni – che è stata di almeno il 7% annuo (cioè di almeno il 50% sui sei anni) – e guardare alla loro redditività lorda – che è stata almeno del 10% l’anno negli ultimi tre anni (con una media del campione che supera il 19% annuo).
Imprese che, di certo, non hanno più di tanto avuto bisogno delle banche, anzi. Nella maggior parte dei casi sono imprese senza esposizioni debitorie nei confronti del sistema bancario, quasi sempre con riserve di liquidità impressionanti e con un elevato livello di patrimonializzazione, cioè di mezzi propri investiti in azienda. Sono imprese che hanno attraversato la crisi continuando a investire e sfruttando al meglio spazi lasciati liberi da altri, con redditività eccellenti grazie allo slancio sul prodotto e all’affinamento continuo dei processi produttivi, all’innesto prudente ma incalzante di nuove tecnologie, a una tensione innovativa continua, a una vocazione all’internazionalizzazione che permette di presidiare mercati globali con continuità e spesso con posizioni di leadership assoluta.
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CHAMPIONS: TOP 10 PER CAGR
CHAMPIONS: TOP 10 PER EBITDA % MEDIO 3 ANNI
I DATI PER SETTORE
Nella distribuzione per settori, la parte del leone è fatta dalla meccanica – con comparti di grande peso come l’automotive, il settore delle macchine utensili, dei macchinari per il packaging – ma anche dal sistema moda, dai settori chimico e farmaceutico, alimentare e bevande, gomma e plastica, mobile e arredo.
LA DISTRIBUZIONE PER AREA GEOGRAFICA E PER REGIONE
Le aziende champion sono distribuite prevalentemente nei territori a maggiore vocazione industriale: il Nordovest guida la classifica con il 41,02% e 203 imprese,seguito dal Nordest con il 38,92% e 194 imprese. Una discreta presenza anche al Centro(12,88% con 66 imprese), mentre il Sud è al 7,17% con 37 imprese.
A livello regionale primeggiano la Lombardia con 142 imprese e il Veneto con 99 imprese; registra un dato estremamente interessante l’Emilia Romagna, che con le sue 76 imprese champion tallona il Veneto che si conferma la seconda regione industriale del Paese. Più contenuto il dato del Piemonte (50 imprese), mentre la Toscana fornisce, in dimensioni ovviamente ridotte, un dato assai interessante (37 imprese) sopratutto se confrontato con quello delle Marche che, pur essendo una regione infinitamente più piccola ma di forte insediamento industriale, registra un dato inferiore alle attese, con sole 14 imprese. Un dato solo leggermente superiore a quello del Lazio che si ferma a 12 imprese champion. In Abruzzo censite solo 5 imprese.
Al Sud è la Campania a registrare un dato comunque significativo: è la regione che con 22 imprese si assesta meglio e supera abbondantemente la Puglia, che si ferma invece a 7 imprese champion. Poco significativa la presenza nelle altre regioni del Sud, con la Siciliaa quota 2 e la Calabria a quota 1.
Tornando al Nord, nelle regioni autonome, relativamente bene il Trentino-Alto Adige con 11 imprese champion, mentre delude il Friuli Venezia Giulia che conta lo stesso numero di imprese rilevate nelle due provincie autonome di Trento e Bolzano ma di minore tradizione industriale. Male anche la Liguria con sole 6 imprese.
LA CLASSIFICA DELLE PROVINCE
In termini di suddivisione per province, al primo posto troviamo Milano con 49 imprese; seguono Bergamo con 31 e Vicenza con 30. Al quarto posto Torino con 28; al quinto Treviso e Bologna con 21; al sesto Padova e Firenze 20. Più distaccate, al settimo posto, Brescia e Verona con 15; all’ottavo, Modena e Napoli con 13; al nono Novara con 10, e al decimo posto Lecco e Roma con 9. Per citare altre importanti province industriali del nord, quelle immediatamente successive sono Monza e Brianza, Varese, Como, Parma, Venezia con 8 imprese ciascuna.
1° / Milano: 49 imprese champion
2° / Bergamo: 31 imprese champion
3° / Vicenza: 30 imprese champion
4° / Torino: 28 imprese champion
5° / Treviso e Bologna: 21 imprese champion
6° / Padova e Firenze: 20 imprese champion
7° / Brescia e Verona: 15 imprese champion
8° / Modena e Napoli: 13 imprese champion
9° / Novara: 10 imprese champion
10° / Lecco e Roma: 9 imprese champion
I DATI AGGREGATI
Tuttavia è dall’analisi dei dati aggregati che emergono pienamente la forza e il rilievo del fenomeno. L’aggregato delle 500 imprese ha un fatturato complessivo di quasi 22 miliardi di euro, una redditività media di oltre il 19%, corrispondente ad una marginalità pari a 4 miliardi di euro e una redditività dei mezzi propri (ROE) del 19,53%, il che rende perfettamente la misura di quanto l’investimento in economia reale rappresenti una delle migliori opzioni in assoluto. Di grande impatto è anche la quantificazione del valore complessivo creato da questo “cluster” di eccellenze : in 6 anni quasi 11 miliardi di euro sono stati investiti per la crescita, la maggior parte dei quali (7,3 miliardi) provenienti da autofinanziamento, cioè da utili reinvestiti.
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NUOVE IMPRESE: IL LIBRO
Il 22 marzo uscirà “Nuove Imprese. Chi sono le champions che competono con le global companies” di Filiberto Zovico, il fondatore di ItalyPost che racconterà nel volume edito da Egea il suo viaggio dentro queste imprese “nascoste” alla scoperta dei loro modelli imprenditoriali, dei loro valori e della loro capacità di competere nei mercati globali.
Il volume, edito da Egea, è disponibile in formato epub e cartaceo. Per acquistarlo clicca qui