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Sono 1.000 le imprese champion individuate dal Centro Studi di ItalyPost per l’edizione 2020. Una sintesi della ricerca realizzata sui bilanci delle imprese tra i 20 e i 500 milioni compresi tra il 2012 e il 2018 è stata anticipata oggi da L’Economia del Corriere della Sera che, per l’8 maggio, ha organizzato in Borsa a Milano un importante evento dedicato a questi 1.000 imprenditori per festeggiare il quarto anno dalla nascita del supplemento economico del quotidiano di via Solferino.
La ricerca completa è comunque da oggi a disposizione sul sito di ItalyPost sia in una versione sintetica “free” che in una versione a pagamento con tutto il dettaglio dei dati dei bilanci degli ultimi sei anni di queste aziende. L’indagine racconta due importanti universi dell’impresa italiana: quella tra i 20 e i 120 milioni di fatturato, che vede la presenza di 800 aziende champion, e quella tra i 120 e i 500 milioni di fatturato di 200 aziende italiane top performer. A corollario di questa indagine, il centro Studi di ItalyPost ha stilato anche una classifica delle 20 imprese big, di taglia cioè tra i 500 milioni e il miliardo di euro di fatturato.
La ricerca del centro Studi di ItalyPost, arrivata alla terza edizione, si caratterizza per l’assoluta rigorosità scientifica nell’analisi dei bilanci disponibili degli ultimi sei anni, basandosi su una serie di criteri assolutamente stringenti, sia di tipo societario che di Cagr, Ebitda, Rating e Pfn*.
Il quadro che ne emerge, ma stiamo parlando di bilanci a fine 2018, cioè appena all’inizio della fase di stagnazione, è ancora molto positivo e racconta di imprese che mediamente sono cresciute negli ultimi sei anni del 9,84%, passando complessivamente da un fatturato di 44,7 mld nel 2012 a 78,6 mld nel 2018, con una marginalità media degli ultimi tre anni del 16,42%, con un ROE 2018 del 15,86%, un patrimonio netto aggregato di 46,4 miliardi e con una solidità finanziaria invidiabile espressa da un rapporto Pfn/ebitda medio degli ultimi tre esercizi pari a -0,25.
I DATI 2019 E LE PROSPETTIVE SUL 2020
Pur in un quadro di rallentamento, dunque, queste imprese sembrano assolutamente capaci di bypassare una fase di stagnazione tanto che, in un survey compiuta nei mesi di gennaio e febbraio 2020 (prima dello scoppio del CoronaVirus) il 61% ci dichiarava di aver chiuso il 2019 in crescita, mentre il 23% con un fatturato analogo al 2018 e solo il 14% con un fatturato in diminuzione rispetto all’anno precedente.
Prima degli eventi che stanno sconvolgendo l’economia italiana, le previsioni sul 2020 erano infatti ancora largamente positive, con una percentuale del 59% che prevedeva di crescere ulteriormente, un 24% che prevedeva una situazione stazionaria e soltanto il 9% che stimava una contrazione di ordini e fatturato. Appare evidente ora evidente che il 2020 non potrà che essere un anno orribile, segnato da risultati, anche per le imprese champion, assai meno lusinghieri.
La cosa che però appare probabile, è che, come per la Grande Crisi del 2008 – 2009, grazie alla maggiore liquidità e alle migliori risorse umane, queste imprese possano operare già da subito investimenti che potranno permettere loro di essere tra le prime pronte a ripartire nel momento in cui i mercati inizieranno la ripresa.
Negli incontri a porte chiuse che si terranno a partire da metà maggio nel tour “Meet The Champion” che ItalyPost e L’Economia del Corriere hanno organizzato nelle principali città manifatturiere italiane, ci sarà modo di sentire in diretta dalla viva voce degli imprenditori protagonisti l’andamento che il mercato starà man mano segnando nei diversi settori e nelle diverse aree del mondo.
LA CLASSIFICA PER REGIONI
Altro elemento di grande interesse che la ricerca sembra evidenziare è quello della distribuzione regionale. La regione con il maggior numero di imprese champion si conferma la Lombardia con ben 322 imprese, a cui seguono il Veneto con 175 imprese e, immediatamente a ridosso, con un numero sorprendentemente elevato rispetto anche al recente passato, l’Emilia Romagna con 141 imprese.
Nelle altre regioni il numero di imprese champion si comincia ad assottigliare, ma va notato che la Toscana con 68 imprese segnala una performance che inizia a farla avvicinare al Piemonte, che si ferma a sole 96 imprese, mentre le Marche si piazzano al sesto posto della graduatoria regionale con 30 imprese.
Nelle altre regioni del Nord i numeri sono assai più ridotti e tendono ad essere simili a quelli delle migliori regioni del Sud. Va segnalato in questo contesto il fatto che le sole due province del Trentino Alto Adige con 19 imprese quasi raggiungono il dato complessivo delle quattro province (di cui due un tempo fortemente industrializzate) del Friuli Venezia Giulia, che si ferma a quota 22 e sorpassa largamente la Liguria, ferma a 16 imprese champion.
Al Centro – Sud è sempre la Campania la regione leader con 28 imprese, mentre il Lazio si ferma a 25 imprese e la Puglia a 16. Infine, in coda alla classifica, seguono l’Abruzzo con 11 imprese, la Sicilia con 10, Calabria e Sardegna 2 e Molise 1.
LA CLASSIFICA PER PROVINCE
La classifica delle imprese champion non riserva particolari sorprese e conferma alcune tendenze in atto già nelle precedenti rilevazioni sulle gerarchie a livello provinciale.
Milano, grazie anche al fatto di avere molte sedi legali di aziende operanti in altri territori, si conferma prima in classifica con 99 imprese, seguita in Lombardia dall’asse dell’A4 (o meglio ancora della BreBeMi), che vede Bergamo al terzo posto con 53 imprese appena dietro a Brescia, che si piazza al secondo posto della classifica con 55 imprese champion.
Al quarto posto della graduatoria provinciale si conferma Vicenza che, pur avendo un numero di abitanti pari al 50% di quelli di Brescia e inferiore del 40% a quella di Bergamo, è presente con ben 51 imprese champion, superando così Torino che si ferma al quinto posto con 47 imprese, Bologna al sesto con 38 imprese, Treviso al settimo posto con 36 praticamente appaiata con Padova all’ottavo con 35, Firenze al nono posto con 33 e al decimo posto Verona con 28.
Un dato interessante si ricava confrontando Modena, che ha 25 imprese champion, Reggio Emilia che ne ha 21 e Parma che ne ha 19 – due province situate nel cuore di una regione emergente come l’Emilia – con Cuneo, unica provincia emergente del Piemonte, che conta ben 18 imprese.
LE NUOVE GEOGRAFIE DEL PIL: L’EMILIA SORPASSA IL VENETO E PERFORMA MEGLIO DELLA LOMBARDIA
Uno degli elementi più interessanti dal punto di vista della geografia del Pil è il peso assoluto e relativo che sembra assumere l’Emilia Romagna nei confronti di due regioni storicamente più forti come la Lombardia e il Veneto.
A colpire non è solo la numerosità delle imprese champion nel rapporto imprese/abitanti, che la vede in un rapporto sostanzialmente simile a quelle delle altre due regioni (1 impresa champion ogni 31.300 abitanti, contro i 30.800 della Lombardia e i 28.000 del Veneto), ma soprattutto il fatto che il fatturato complessivo, pari a 13,411 mld di euro, è superiore agli 11,391 mld del Veneto, e che il fatturato medio, pari a 95 milioni per impresa, e assai superiore agli 88 milioni delle imprese lombarde e di gran lunga maggiore ai 65 milioni di quelle venete. Pur avendo fatturati medi superiori a quelli delle imprese delle altre due regioni, contraddicendo la teoria che più una impresa cresce più riduce la sua redditività, l’ebitda medio risulta di qualche decimale superiore a quello delle altre due regioni, attestandosi percentualmente ad un 16,4% contro il 16% delle imprese lombarde e del 16,2 delle imprese venete.
A leggere questi dati, in sostanza, si evidenzia una concentrazione di imprese capaci di affermarsi sia dimensionalmente che per redditività nei territori della motor e la packaging valley, mentre sembrano non tenere il passo di una crescita altrettanto impetuosa le aree delle colline del prosecco e, persino, le vallate lombarde bresciane e bergamasche.
*NOTA TECNICA
800 Champions sono stati selezionati a partire dai database di Aida-Bureau Van Dijk e del Registro Imprese di Infocamere, relativi alle aziende con fatturato 2018 compreso tra i 20 e 120 milioni e con riferimento agli ultimi sei bilanci depositati (2012-2018). Criteri di selezione, oltre al fatturato, sono : crescita media aggregata (Cagr) 2012-2018 pari ad almeno il 4,25%; media annua dei profitti industriali lordi (Ebitda) negli ultimi tre esercizi pari ad almeno il 9,72%% del fatturato; rating «ottimo», compreso cioè fra tripla B e tripla A, sulla base dell’attribuzione dell’agenzia di rating Modefinance; rapporto PFN/ebitda medio inferiore a 2,8. Sono state escluse le società controllate da soggetti esteri, da fondi di private equity, da gruppi nazionali con fatturato superiore ai 120 milioni di euro e le società cooperative. Dati in milioni di euro o in percentuale.
200 Champions sono stati selezionati a partire dai database di Aida-Bureau Van Dijk e del Registro Imprese di Infocamere, relativi alle aziende con fatturato 2018 compreso tra i 120 e i 500 milioni e con riferimento agli ultimi sei bilanci depositati (2012-2018). Criteri di selezione, oltre al fatturato, sono: crescita media aggregata (Cagr) 2012-2018 pari ad almeno il 3,26%; media annua dei profitti industriali lordi (Ebitda) negli ultimi tre esercizi pari ad almeno il 5,67% del fatturato; rating “equilibrato” o «ottimo», compreso cioè fra doppia B e tripla A, sulla base dell’attribuzione dell’agenzia di rating Modefinance; rapporto PFN/ebitda medio inferiore a 2,5. Sono state escluse le società controllate da soggetti esteri, da fondi di private equity, da gruppi nazionali con fatturato superiore ai 500 milioni di euro e le società cooperative .Dati in milioni di euro o in percentuale.
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