«Rischi considerevoli per i target della manovra, specie dopo il 2019». E ancora: «I dettagli della politica di bilancio e la messa in pratica rimangono un elemento chiave della nostra valutazione sul rating sovrano». Risultato: dall’attuale «BBB», cioè due gradini sopra il livello «spazzatura» con prospettive negative, dopo la manovra economica il giudizio sull’Italia potrebbe peggiorare. La nota dell’agenzia di rating Fitch arriva in serata, proprio mentre a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte riceve i vertici delle società partecipate per una cabina di regia sugli investimenti. Fitch prevede che il rapporto deficit/Pil nel 2020 in Italia si assesterà vicino al 2,6% e non al 2,1 come invece scritto nella Nota di aggiornamento al Def: «I nuovi obiettivi di deficit dell’Italia — scrive l’agenzia — comportano rischi fiscali» e, visto che «il processo per la messa a punto del bilancio ha messo in luce tensioni dentro la coalizione di governo», ci sono «rischi consistenti per gli obiettivi, in particolare dopo il 2019».
Ma per Conte e i suoi vicepremier le cose non stanno così. Anzi. Il presidente del Consiglio non è preoccupato per uno spread fuori controllo: «Non consideriamo assolutamente questa possibilità, perché conosciamo così bene i fondamentali della nostra economia e siamo fiduciosi che lo spread potrà scendere e sarà tutto sotto controllo». Più duro Luigi Di Maio: «Noi vogliamo essere promossi dai cittadini non da altri, è bene che chi ha promosso altri governi bocci noi». E Matteo Salvini: «A me interessano gli imprenditori che fanno impresa e non qualche burocrate in qualche ufficio».
Ma anche ieri è stata una lunga giornata per quella che la viceministra dell’Economia Laura Castelli definisce «una manovra ambiziosa, con dentro quello che i cittadini ci hanno chiesto di fare». Intanto, l’asta sui Bot ha portato la spesa per interessi a 30 milioni di euro in più (oggi si replica con i Btp). Poi, dopo la bocciatura della Nota al Def da parte dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (previsioni «eccessivamente ottimistiche»), il ministro dell’Economia Giovanni Tria è dovuto tornare davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. E però nel fare i conti della manovra — 37 miliardi —, il titolare del Mef ha «ridimensionato» il valore della flat tax: solo 0,6 miliardi nel 2019; 1,8 nel 2020; 2,3 nel 2021. Cifre che hanno fatto saltare Matteo Salvini che dello sgravio fiscale è il primo sostenitore: «Seicento milioni? Sono di più, un miliardo e 700 milioni, ma lunedì ci sarà il decreto fiscale: i numeri saranno scritti e non mentono». Il piccolo giallo si risolve con una nota congiunta Tria-Salvini: «Nessun caos, vicepremier e ministro dicono la stessa cosa e le stesse cifre con una prospettiva diversa». E ieri il Cnel ha invitato ad un’«attenzione sulla sostenibilità complessiva della manovra»: va bene il rapporto deficit/Pil al 2,4%, ma «la scelta può risultare sostenibile solo se transitoria». Oggi le Camere voteranno le risoluzioni sulla Nota.