Dal garage di famiglia a leader globale nell’arredo bagno, la storia di Arblu è un viaggio attraverso l’evoluzione industriale del Nordest italiano. Il nuovo libro di Alessandro Macciò, “L’evoluzione del distretto del mobile. Il caso Arblu”, pubblicato da Post Editori e disponibile dal 2 settembre 2024, racconta questa avvincente parabola imprenditoriale, intrecciandola con la storia del distretto del Mobile Livenza.
L’opera di Macciò non si limita a narrare il successo di una singola azienda, ma offre uno sguardo approfondito su un intero territorio che, dagli anni ’60, ha saputo sviluppare competenze uniche nel settore del mobile e dell’arredamento. Il distretto del Mobile Livenza, che si estende tra le province di Treviso in Veneto e Pordenone in Friuli Venezia Giulia, emerge come un esempio di resilienza industriale e capacità innovativa.
Al centro della narrazione troviamo la figura di Pier Giorgio Presotto, fondatore di Arblu. Attraverso le sue esperienze personali e professionali, Macciò dipinge il ritratto di un imprenditore visionario che ha saputo guidare l’azienda attraverso le turbolenze economiche degli anni Duemila, trasformandola in un leader globale nel settore dell’arredo bagno. Il libro non si ferma alla prima generazione, ma esplora anche il ruolo cruciale dei figli di Presotto, Giuseppe e Diada, oggi alla guida di Arblu. Questa continuità familiare si rivela un elemento chiave nel successo dell’azienda, combinando l’esperienza del fondatore con l’energia e le nuove idee delle generazioni successive.
Una delle rivelazioni più interessanti del libro è l’emergere di un vero e proprio “secondo distretto” specializzato nell’arredo bagno. Macciò evidenzia come, all’interno del più ampio distretto del Mobile Livenza, si sia sviluppata una concentrazione di aziende d’eccellenza in questo specifico settore, creando un ecosistema unico di competenze e innovazione.Il volume non nasconde le difficoltà affrontate dal settore, in particolare durante le crisi economiche degli ultimi decenni. Tuttavia, attraverso interviste esclusive e una meticolosa ricerca storica, l’autore mostra come aziende come Arblu abbiano saputo trasformare queste sfide in opportunità di crescita e innovazione. Arblu emerge dal racconto di Macciò non solo come un’azienda di successo, ma come un vero e proprio modello di crescita sostenibile e collaborativa. L’attenzione all’innovazione nei prodotti si accompagna a una visione a lungo termine che pone al centro la sostenibilità ambientale e sociale.
Il libro sottolinea l’importanza del legame tra l’azienda e il suo territorio. Il distretto del Mobile Livenza non è solo un’area geografica, ma un ecosistema industriale che ha permesso la nascita e la crescita di realtà come Arblu, fornendo un terreno fertile di competenze, tradizioni e reti di collaborazione.”L’evoluzione del distretto del mobile. Il caso Arblu” non si limita a raccontare il passato, ma offre anche spunti di riflessione sul futuro del settore. Macciò esplora le sfide che attendono le aziende del distretto, dalla digitalizzazione alla competizione globale, mostrando come realtà come Arblu si stiano preparando ad affrontarle.
Il libro si rivolge a un pubblico ampio: non solo agli addetti ai lavori del settore dell’arredamento, ma anche a studiosi, imprenditori e appassionati di economia e industria. La storia di Arblu diventa un caso di studio su come la visione imprenditoriale, unita all’impegno e alla capacità di adattamento, possa creare modelli di successo duraturi.Con uno stile narrativo avvincente e accessibile, Alessandro Macciò guida il lettore alla scoperta di uno dei più significativi casi di successo imprenditoriale del Nordest italiano. “L’evoluzione del distretto del mobile. Il caso Arblu” si propone così non solo come un racconto aziendale, ma come una riflessione più ampia sulle dinamiche che trasformano i territori e le loro imprese.
Il libro sarà presentato in vari eventi e festival, tra cui il prossimo Città Impresa di Bergamo a novembre, offrendo ulteriori occasioni di dibattito e approfondimento su un tema cruciale per il futuro dell’industria italiana.