La Commissione europea e i principali governi dell’area euro sono già disposti a concedere all’Italia nuovo spazio di bilancio. Non troppo, non tale da portare il deficit verso la soglia del 3% del prodotto lordo (Pil). Ma di fatto esiste già un’intesa informale, per adesso non dichiarata, perché l’Italia nel 2019 possa far salire il disavanzo di circa lo 0,5% del Pil attorno al 2%. In sostanza, una volta disinnescate le clausole dell’aumento dell’Iva da 12,3 miliardi, il governo avrebbe margini per altri interventi espansivi in Legge di bilancio per sette o otto miliardi di euro. Sempre naturalmente che l’economia non rallenti ancora più che negli ultimi mesi, rimettendo in discussioni tutte le proiezioni formulate per una ripresa che era prevista almeno fino a tutto il 2019.
L’altro aspetto che in questo momento non rientra nei calcoli dei negoziatori, tuttavia, sono le ricadute politiche di questa ennesima concessione che l’Italia si appresta a strappare. In questo l’attuale governo giallo-verde appare in notevole continuità con quello di Matteo Renzi finito nel 2016: il costo politico, da scontare nei negoziati a Bruxelles, di avere sempre qualche piccolo strappo alle regole da conquistare per se stessi per il prossimo anno o due.
Il governo Renzi potrebbe aver scontato la “flessibilità” sul deficit con una posizione più debole nella gestione della crisi bancaria. Il governo di Giuseppe Conte potrebbe accorgersi molto presto di essere soggetto alla stessa dinamica politica in una materia diversa e forse anche più delicata. Francia e Germania si stanno avvicinando a un’intesa sul governo dell’area euro che prevede anche ingredienti molto sgraditi agli italiani: non tanto un (piccolo) bilancio europeo per investimenti, che piace a Parigi; piuttosto, l’idea di attribuire un ruolo di vigilanza di politica economica e potenziale ristrutturazione dei debiti a un nuovo, potente Fondo monetario europeo sul quale di fatto la Germania avrebbe diritto di veto e dunque controllo pressoché totale. L’Italia dissente. Ma quanto è in grado di opporsi, se agli altri ha già dovuto chiedere il favore di poter fare un po’ deficit in più anche nei prossimi anni?