Il «progetto Poseidon» vedrà la luce? A fine luglio il ministro dell’Economia Bruno Le Maire andrà a Roma proprio per confermare al governo italiano l’intenzione di andare avanti in base alla road map fissata il 27 settembre scorso al vertice franco-italiano di Lione. Ma il momento politico è delicato, e l’intesa subisce rinnovate pressioni.
Il progetto Poseidon è il nome in codice dell’alleanza tra l’italiana Fincantieri e la francese Naval Group per costituire un gigante europeo della Difesa in grado di resistere alla concorrenza mondiale nelle navi militari e rendere competitivi i due gruppi pubblici italiano e francese. La nascita di un nuovo colosso, «l’Airbus dei mari» lo ha chiamato il ministro Le Maire, sarebbe l’unico modo per non soccombere all’espansionismo di Cina e Russia. Ma in un settore delicato come la Difesa, cruciale per la sovranità degli Stati, conta molto anche la fiducia tra partner, e qui le cose potrebbero complicarsi.
L’alleanza Fincantieri-Naval Group nasce come prodotto collaterale, ma ugualmente importante, del faticoso accordo raggiunto quasi un anno fa tra Francia e Italia sull’acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri navali di Saint Nazaire, un tempo fiore all’occhiello dell’industria pesante francese e coinvolti, loro malgrado, nella crisi nella casa madre coreana Stx. Una prima intesa firmata nella primavera 2017 dal presidente uscente François Hollande prevedeva l’ingresso di Fincantieri come socio di maggioranza nel capitale di Stx Saint Nazaire. Con un colpo di scena, nel luglio 2017 il successore Emmanuel Macron denunciò quell’accordo e nazionalizzò i cantieri, pretendendo maggiori garanzie per l’occupazione e soprattutto contestando il principio di una maggioranza italiana. Dopo un’estate di litigi e di toni duri tra due stretti alleati, a settembre venne trovato un nuovo «accordo creativo» che accontentava entrambi: la Francia conservava il 50% di Stx Saint Nazaire, ma si impegnava a prestarne l’1% a Fincantieri in modo che la società italiana avesse la maggioranza di fatto e quindi la gestione operativa del gruppo. Prestito rinnovabile, a condizione che le verifiche periodiche su occupazione e protezione dei segreti industriali dessero risultato positivo. In più, al vertice di Lione, venne lanciata l’idea di un avvicinamento tra Fincantieri e la francese Naval Group, in modo da completare l’intesa Fincantieri-Stx con un’alleanza nell’industria navale militare. I gruppi di lavoro hanno cominciato subito a studiare la cooperazione, ma le elezioni del 4 marzo in Italia hanno cambiato le carte in tavola. Al rapporto di amicizia anche personale tra Macron e il premier Paolo Gentiloni è seguita l’aspra crisi politica sui migranti e il dissidio di fondo tra una Francia che si vuole capofila dell’europeismo e la nuova Italia sovranista.
In questi giorni un rapporto confidenziale commissionato dal governo francese, e fatto trapelare probabilmente dagli oppositori al progetto, ha espresso nuovi dubbi sull’intesa Naval Group/Finantieri,con accuse pesanti peraltro smentite dal gruppo italiano. Fonti di Naval Group hanno confermato «la piena fiducia in Fincantieri, partner storico».
L’avversaria di Macron ma alleata di Matteo Salvini, Marine Le Pen,esprime di nuovo «la sua più profonda opposizione alla vendita di Stx a Fincantieri per motivi di ordine strategico ed economico», e quindi anche all’alleanza Naval Group/Fincantieri. Il governo francese sembra intenzionato a procedere su Poseidon, ma attende un segnale positivo dall’Italia.