Realizzare produzioni complesse, con tecnologie avanzate, si può anche a Sud. Andrea Esposito, amministratore unico e titolare di Laer insieme a suo fratello Gianluca, ne è convinto. La sua azienda, ereditata dal padre, progetta, produce e assembla con grande successo strutture aeronautiche complesse, principalmente per Leonardo, con due stabilimenti in Campania, ad Airola e Acerra, e uno ad Albenga in Liguria, ereditato dalla crisi di Piaggio Aerospazio.
Da quando la famiglia Esposito ha rilevato l’azienda, nel 2004, a oggi, il fatturato è decuplicato da 3 a 32 milioni, con un Ebitda medio sul triennio del 23,72%, e gli occupati sono passati da 60 a 300 complessivi, malgrado la crisi si sia sentita anche qui, almeno dal 2009 al 2011.
I clienti, oltre a Leonardo, sono grandi produttori di aerei, sia civili che militari (70% civili e 30% militari), come Superjet International o l’austriaca Fischer. «Ora però le prospettive sono molto incerte, vista la situazione politica del Paese – si rammarica Esposito –. Essendo l’aeronautica un’industria molto dipendente dallo Stato, bisogna vedere come l’Italia si posizionerà nei prossimi anni sul mercato aeronautico europeo», spiega.
Anche per questo Laer, che fa oltre il 70% del suo fatturato in Italia, sta cercando di espandersi all’estero, con particolare interesse per il mercato francese e tedesco.
«In quanto contoterzisti, le nostre strutture finiscono principalmente in Airbus, Boeing e Bombardier, per cui avrebbe senso fare qualche acquisizione di imprese che svolgono ruoli analoghi al nostro nei due principali mercati di riferimento», precisa Esposito. Ma la produzione per l’Italia non verrà delocalizzata, malgrado le difficoltà di operare, soprattutto al Sud.
«Non vogliamo delocalizzare, manteniamo le nostre produzioni con forza, coraggio e passione sul territorio italiano, fino a quando sarà possibile», si propone Esposito.
Il problema principale è reperire personale specializzato, tanto che Laer ha rilevato un istituto di formazione per addestrare i suoi dipendenti e si è alleata con due istituti tecnici della zona per avviare un nuovo istituto tecnico ad indirizzo aeronautico, che sarà operativo a partire dal prossimo anno scolastico.
«Scuola e lavoro sono troppo scollegati, bisogna trovare un canale per stabilire i contatti fra gli istituti tecnici superiori e le imprese che mancano di forza lavoro specializzata, come noi», sostiene Esposito. Solo così si potrà superare quello che (tanti) imprenditori ritengono uno dei problemi fondamentali di chi fa impresa a Sud.
*L’Economia, 11 giugno 2018