Da farmacista di provincia a campione della nutraceutica, il passo non è breve. Walter Bertin, con la Labomar, l’ha compiuto in vent’anni. L’azienda di Istrana, in provincia di Treviso, è nata nel 1998 e l’anno scorso ha toccato i 44 milioni di fatturato, con un tasso annuo di crescita del 16% dal 2011 al 2017, vendendo i suoi integratori a società italiane ed europee, compresi colossi come Nestlé, Bayer o Sanofi.
Ora Bertin, che impiega 200 dipendenti in tre stabilimenti, si prepara al salto. «Stiamo realizzando un hub produttivo e di ricerca su un terreno di oltre 50 mila metri quadri, dove vorrei concentrare tutte le persone che lavorano per far crescere l’impresa», spiega Bertin, che prevede cento nuove assunzioni in tempi brevi. «Riserveremo uno spazio a parte alla probiotica, perché è il mercato destinato a crescere di più – precisa —. In questo polo vorrei dare la possibilità alle persone di lavorare meglio e soprattutto vorrei offrire l’occasione a tutti di proporre delle idee nuove. Le proposte saranno selezionate e cercheremo di dare vita a tutte quelle che meritano di essere realizzate». Bertin è anche un grande appassionato di lean production. «Applicandola abbiamo capito che le persone sono più contente, il lavoro va più veloce e l’azienda ne guadagna in competitività», rileva.
Partito con l’idea di «fare qualcosa di diverso» dalla farmacia di famiglia, fondata a Istrana più di cent’anni fa e oggi gestita dalla primogenita Alessandra, Bertin ha cominciato elaborando tisane e rimedi a base di erbe per i clienti abituali e poi si è allargato creando una struttura produttiva, sempre all’insegna dell’innovazione. «Siamo stati i primi a lanciare i fermenti lattici in olio per l’infanzia, che sono diventati un vero e proprio fenomeno – racconta —. Poi abbiamo studiato un integratore di vitamina D3 altamente assorbibile per Nestlé, che si assume spruzzandolo sotto la lingua, e una melatonina ad azione più rapida di quelle della concorrenza». Mano a mano, la produzione si è allargata agli alimenti speciali per i pazienti con malattie metaboliche rare, fino ai cosmetici. Ora Bertin sta lavorando a un integratore di ferro che non porti effetti collaterali. Con una sezione ricerca e sviluppo presidiata da venti persone e una batteria di brevetti, Labomar si presenta con le carte in regola ai clienti internazionali, ultimamente anche cinesi, «molto interessati ai prodotti italiani». Merito del dinamismo del nostro mercato degli integratori, che con oltre tre miliardi di fatturato è fra i più sviluppati. Ma anche della creatività del farmacista di Istrana.