La tirannia del tempo invita a ripensare il dibattito sui nuovi equilibri tra lavoro e vita privata e sulle dinamiche emergenti della nostra società.
L’immagine più comune che abbiamo di noi stessi è quella di persone sempre di corsa, prive di controllo sul proprio tempo e ostaggi dello smartphone. Niente più che uno stereotipo, sostiene Judy Wajcman: i device tecnologici hanno anche un potente valore emancipatorio, e molti studi dimostrano che dagli anni Sessanta a oggi il tempo libero a disposizione in realtà è aumentato. Siamo invece schiavi di un mito dell’accelerazione che vanta una lunga tradizione, e di un modello di vita indaffarata che spesso è solo uno status symbol. La tirannia del tempo invita a ripensare il dibattito sui nuovi equilibri tra lavoro e vita privata e sulle dinamiche emergenti della nostra società.