Quando Roberto Natalini mi ha detto di avere scoperto che in Italia praticamente nessuno sa chi sia stato Vito Volterra sono rimasto basito. È vero che io gioco in casa, con la mia laurea in matematica: ma per me il nome di Volterra è legato a tantissime cose, culminate con l’essere stato uno dei dodici professori universitari (su più di milleduecento…) che nel 1931 rifiutarono di prestare giuramento al regime fascista. Probabilmente è stata proprio la damnatio memoriae voluta da Mussolini che ha contribuito alla rimozione del suo nome, almeno in Italia visto che all’estero è ancora oggi ben noto.
Ben venga dunque questo fumetto – pardon, graphic novel… – pubblicato nell’ottantesimo anniversario della morte di Volterra da Feltrinelli Comics in coedizione con il CNR. Eh sì, perché tra le tantissime attività di Volterra c’è anche stata la spinta alla creazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di cui è stato anche il primo presidente prima di essere defenestrato per far posto a Guglielmo Marconi. Non credo sia un caso che il sottotitolo del libro sia Una storia di Vito Volterra, proprio perché di storie di Volterra se ne potrebbero scrivere tante, e Alessandro Bilotta ne ha scelta una ben specifica, mostrando quello che forse è il filo conduttore della sua vita: non restare chiuso in un orticello per quanto florido, ma cercare di capire il mondo come sistema emergente, maggiore della somma delle sue parti. È emblematica la frase da lui pronunciata: «E non può più funzionare che i matematici non capiscano i fisici e i fisici non capiscano i chimici».
Ecco così che si può capire meglio la logica dei suoi lavori. Pur essendo in vari casi matematica apparentemente astratta – nel libro fortunatamente non si parla della teoria delle equazioni integro-differenziali – non erano mai fini a sé stessi, ma arrivavano sempre dalla considerazione di sistemi del mondo reale, per cui si poteva e si doveva trovare un modello matematico. Ma la stessa matematica non è qualcosa di statico. La “funzione del mondo” del titolo è una funzione in senso matematico, ma più precisamente una funzione che varia non sui numeri ma sulle funzioni: ciò che oggi chiamiamo funzionale. Lo stesso avviene con il suo studio dei modelli preda-predatore, nato dall’osservazione che anche se durante la prima guerra mondiale la pesca nell’Adriatico era stata forzosamente ridotta ciò non aveva portato a una crescita del numero di pesci, ma a strane fluttuazioni. Questo studio fa entrare ufficialmente la matematica nella biologia, ma soprattutto mostra ancora una volta come i modelli ben fatti siano di stimolo per creare nuova matematica “utile”, anche se molti matematici puri storceranno il naso. Ah: Volterra, nonostante avesse 55 anni e fosse senatore del Regno, si arruolò volontario per dare una mano allo sforzo bellico. Non esattamente l’immagine tipica di un matematico.
Gli acquerelli di Dario Grillotti non solo aggiungono piacere alla lettura, ma danno un’incredibile sensazione di realismo. Vi faccio solo un esempio personale. Nel capitolo 3, quando il giovane Volterra viene invitato a cena da Betti, i due passeggiano per Pisa. In effetti la prima vignetta mostra un pezzo della scalinata del palazzo della Carovana, ma non me ne ero accorto subito, preso dalla storia: non il massimo, per uno che ci ha passato quattro anni della propria gioventù. Ma quando sono arrivato alla vignetta mostrata qui sopra ho esclamato “ma siamo in piazza delle Vettovaglie!” Bene, provateci voi a mettere nello stesso libro immagini chiaramente oniriche come quella di Volterra e il futuro genero D’Ancona immersi nel mare a guardare pesci che mangiano altri pesci, e immagini così precise che permettono di rievocare ricordi di quasi quarant’anni fa! L’ultima tavola, con la foto di famiglia del vecchio patriarca, mi ha fatto poi venire una lacrimuccia, pensando all’ostracismo che l’aveva colpito.
Natalini, insieme ad Andrea Plazzi (il gatto e la volpe… anzi la volpe e il gatto) è stato coinvolto come consulente scientifico: potete insomma essere certi che il fumetto, oltre a essere davvero bello, è anche accurato. Il multiforme Natalini ha anche scritto una breve biografia di Volterra in appendice al libro, che è presentato dall’attuale presidente del CNR Massimo Inguscio. Insomma, è l’occasione adatta per cominciare a ricordarsi di un’eccellenza italiana ingiustamente lasciata da parte.
*Il Post, 30 novembre 2020