Di storie imprenditoriali di successo, soprattutto nel tessuto economico del nordest, se ne potrebbero raccontare molte. Alcune, però, hanno qualcosa di diverso, come quella di La Sportiva, un piccolo calzaturificio trentino che è riuscito a raggiungere la vetta mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata, scarponi e abbigliamento per l’alta montagna.
La Sportiva nasce nel 1928 a Tesero, in provincia di Trento, dove Narciso Delladio fonda l’azienda iniziando a produrre zoccoli di legno e scarponi per boscaioli, la cui domanda crescerà continuamente, soprattutto nel periodo post-bellico. Quando poi la guida passerà ai figli, un’intuizione vincente sposterà il focus sul settore dell’arrampicata, in cui in breve tempo La Sportiva diventerà uno dei leader mondiali, grazie ai suoi prodotti innovativi e all’avanguardia. E l’innovazione è ancora oggi come allora il focus principale dell’azienda, come dichiara Lorenzo Delladio, Amministratore Delegatp e Presidente dell’azienda: “Ho sempre dato al reparto ricerca e sviluppo grandi possibilità di investire e di trovare soluzioni da proporre al mercato, che non va seguito ma anticipato”.
Ed è stata proprio la capacità di anticipare le esigenze del mercato a portare La Sportiva a crescere costantemente nel corso degli anni e ad emergere anche all’estero, soprattutto oltreoceano. Ad oggi, l’82% della produzione viene esportato, con gli Usa come mercato di riferimento, in cui l’azienda ha una sua struttura di distribuzione in Colorado e registra circa il 20% del suo fatturato. Tutto questo però non ha mutato la struttura azionaria di La Sportiva, che rimane totalmente di proprietà della famiglia Delladio, arrivata alla quarta generazione con i figli di Lorenzo, Giulia e Francesco. La struttura manageriale, tuttavia, non è esclusivamente familiare: negli ultimi vent’anni, Delladio è stato affiancato da Lanfranco Brugnoli in qualità di General Manager, al quale ora succederà Marcello Favagrossa, un manager con particolare esperienza nel mercato statunitense. “Trovare un nuovo Direttore Generale non è stato semplice, la ricerca è durata circa 8 mesi. La nostra scelta è ricaduta su Favagrossa perché è un uomo di grande spessore, che porterà nuove idee e stimoli e affiancherà i miei figli nella loro crescita professionale”, commenta Delladio.
Il successo della visione imprenditoriale che ha guidato La Sportiva l’ha portata a raggiungere risultati importanti, tanto da qualificarsi come una delle aziende Champions individuate da Italypost e L’Economia del Corriere sulla base di indicatori economico-finanziari tratti dall’analisi di sei anni di bilanci. Nel 2019, il gruppo è arrivato a registrare 126,6 milioni di fatturato, con un tasso composto di crescita annuale del 18,41%. Sempre nel 2019, il margine operativo lordo (l’Ebitda) era pari a 19,37 milioni, per un’incidenza sui ricavi del 15,25%, mentre l’utile netto era pari a 7,4 milioni. Dal punto di vista finanziario, l’azienda presentava una posizione finanziaria netta di 34,6 milioni, per un rapporto pfn/ebitda di 1,79. Il tutto si è tradotto in un rating More di BBB.
Nel 2020, come è facilmente immaginabile, il lockdown ha influito molto sui conti: “A inizio maggio registravamo una flessione del 47% delle vendite”, conferma Delladio. Tuttavia, la ripresa del mercato nel periodo estivo è stata talmente forte da permettere alla “casa madre” italiana, La Sportiva SpA, di crescere circa del 5% rispetto al 2019, con ricavi per 105,4 milioni di euro. “Un aumento che non corrisponde – continua Delladio – al nostro obiettivo, ossia una crescita del 12-15% annua. Però è comunque un risultato positivo, nel contesto”. Anche la marginalità della casa madre si mantiene su buoni livelli, con un ebitda stimato di 16,8 milioni per un’incidenza sui ricavi del 15,9%, e un’utile netto stimato di 7,5 milioni, 7,11% dei ricavi. Dal punto di vista finanziario, la posizione finanziaria netta si porta a 16,75 milioni. Circa l’intero gruppo La Sportiva, invece, è disponibile solo una stima del fatturato consolidato, che a causa della forte crisi del mercato nordamericano si attesta circa sui livelli del 2019, a 126 milioni di euro.