Si chiama Laura Bassi, dal nome della scienziata italiana che nel 1700 divenne la prima donna del mondo a ottenere una cattedra universitaria, ed è la superstar di Trieste Next e della Notte dei Ricercatori. Passeggiando sulle Rive è impossibile non notarla: è ormeggiata sul molo accanto alla Stazione marittima, con il suo colore bianco rosso, i suoi 80 metri di lunghezza e 17 di larghezza e una stazza di 4028 tonnellate.
È la nuova nave rompighiaccio che Ogs ha acquistato, grazie a un finanziamento del Miur di 12 milioni di euro, per le sue campagne in Antartide e in Artico e attualmente è l’unica nave italiana in grado di operare in mari polari. Prenderà il posto di Explora, la storica nave che Ogs impiegava per le sue ricerche geofisiche e oceanografiche, ma che in seguito alle nuove norme per la navigazione in acque artiche e antartiche non può più essere impiegata in ambito polare e verrà quindi utilizzata per ricerche nel Mediterraneo.
Poi la Laura Bassi leverà le ancore e, dopo alcune soste tecniche per test di vario genere, in ottobre partirà per la sua prima spedizione in Antartide battente bandiera italiana. A bordo caricherà una cinquantina di persone, ricercatori di Ogs, Cnr, Enea e di diverse Università, coinvolti in diversi progetti. La campagna, che durerà una novantina di giorni, si svolgerà nel mare di Ross, con partenza da Christchurch (Nuova Zelanda) e doppia tappa alla base italiana Mario Zucchelli.
L’abbiamo visitata in anteprima, guidati dal direttore della sezione infrastrutture di Ogs Franco Coren e dal capitano Franco Sedmak. «È una rompighiaccio norvegese del ’95, che grazie alle sue caratteristiche tecniche ci consentirà per la prima volta nella storia della ricerca oceanografica italiana di addentrarci anche in mari polari coperti dal ghiaccio. Con il suo scafo e la sua stazza riesce a sgretolare blocchi di ghiaccio fino a 50 centimetri di spessore», racconta Coren.
La nave è dotata inoltre di un ponte di volo per elicotteri, di una gru che riesce a sollevare 50 tonnellate di materiali fino a 10 metri, di una stiva da 3000 metri cubi, di un’area per laboratori di 90 metri quadri, di motori estremamente potenti e generatori che basterebbero per illuminare gran parte della città di Trieste. Può ospitare fino a 72 persone, incluso l’equipaggio, e grazie alla sua importante capacità di carico verrà utilizzata anche per il trasporto di container, un’attività che consentirà di ammortizzare i costi. Che sono decisamente importanti, perché un mese di campagna scientifica oceanografica con la Laura Bassi costa circa 650 mila euro.
Ma la ricerca polare vale molto di più, perché è un indispensabile termometro per misurare il surriscaldamento globale, comprenderne i meccanismi e fare previsioni sul nostro futuro. «Questa nave garantisce i massimi livelli di sicurezza e anche se è dotata di un’unica elica consente un’ottima manovrabilità», spiega Sedmak, capitano d’esperienza che alle spalle ha già due spedizioni antartiche e 7 artiche. E anche l’equipaggio e i ricercatori potranno viaggiare molto più comodamente che con Explora: le cabine sono tutte dotate di wc, la sala mensa è spaziosa e ci sono svariate aree per il tempo libero, oltre a un mini ospedale di bordo. In questa prima campagna, spiegano i ricercatori di Ogs, verranno portate avanti ricerche oceanografiche, con analisi sulle acque, ma gradualmente si andrà ad allestire anche il laboratorio per l’acquisizione di dati geofisici.
*Il Piccolo, 27 settembre 2019